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Ieri sera con don Ciotti. E una direttrice gentile (stasera inizia a Genova…)
Sono in viaggio verso Roma su uno di quei treni che ci arrivano assai modernamente in tre ore e che assai poco modernamente ballano e ti fanno ballare la tastiera tutto il tempo. Mete: una scuola che ha lavorato sulle figure dell’antimafia; e la Sapienza, per una lezione su mafia e società civile. Sono ancora svuotato dalla serata, mai così intensa, di dieci ore fa allo spazio Melampo, conversazione con un delicatissimo don Ciotti. Le ho dette davvero, come sentivo che sarebbe accaduto, le cose nuove. Ma non riguardavano certo, amico alfa10, queste vicende politiche. Riguardavano me e la mia vita, che metto al di sopra di Brunetta e di Tremonti e perfino del Pd. Riguardavano anche i miei sogni di cambiamento, come una grande marcia di giovani sulle roccaforti della ‘ndrangheta in Lombardia. Come quella che nell’82 o ’83 fecero i ragazzi napoletani su Ottaviano capitale di Cutolo. O quella che a metà anni ottanta fecero gli studenti di Palermo su Ciaculli, il regno di Michele Greco detto il papa. Mi domando se abbia senso partire dal nord per andare a Palermo a ricordare Falcone o per recarsi nelle cooperative sorte sui beni confiscati se poi non si sa sfidare la mafia in casa propria, o addirittura non la si sa vedere. Don Ciotti, senza atteggiarsi a grande giornalista, mi ha fatto un’intervista indimenticabile. Alla fine contano sempre due cose: testa e cuore. Un giornalista, probabilmente, mi avrebbe detto “stasera però andiamo sull’attualità”…
Era strapieno (pullulante…) di persone, molte conosciute molte no. Brava la biondina che non si è commossa nell’introduzione, meno bravo io che ci sono cascato quasi alla fine.
Atmosfera gentile. Ed è importante perché ogni tanto ho l’impressione che ci siamo conciati al punto che anche la gentilezza appaia brutta, insospettisca. Qualche giorno fa un padre ha ripreso per strada un bimbetto che aveva simpatizzato con me, intento a fargli sorrisi e saluti un po’ infantili (vado pazzo per i bambini, qualcuno lo sa bene…). Avrà temuto l’insidia del pedofilo, che so, fatto sta che ci sono rimasto di sasso. E l’altro ieri, proprio mentre salivo al centro Dolci, vedendo una giovane signora che si dirigeva verso l’ascensore le ho aperto dall’interno la porta: “prego signora”. Lei, con un sussulto: “no grazie, preferisco aspettare”. Lì per lì non ho capito. Con me c’erano la biondina e una sua amica ma lei non le poteva vedere. Già, gli stupri in ascensore. Ha avuto paura della gentilezza. A furia di seminar paure e di dire che questa è una società violenta, la renderemo ancor più invivibile. Per fortuna arrivano i segnali contrari. Ieri sera, dicevo. Ma anche il tassista democratico che mi prende a bordo con un “oh che bello!”, che mi chiede se possiamo darci del tu e che arrivato a destinazione mi dice “se non ti offendi la corsa la offro io, dai non fare storie, l’ho offerta anche a Gherardo Colombo”. Oppure quel ragazzo che ieri mattina sul pullman da Palermo a Punta Raisi all’altezza del monumento alle vittime di Capaci ha mandato un bacio solitario e silenzioso, chissà se era un poliziotto.
Certo gentile (ma proprio gentile gentile) è la direttrice del Conservatorio Paganini di Genova. Il Comune ha scelto di non finanziare più la bellissima rassegna musicale “Antichi cortili e giovani talenti” che avevo ideato con lei e portato già alla seconda edizione. Lei non ha voluto farla morire. Se l’è fatta in proprio, bella di nuovo, con i migliori giovani dei conservatori d’Italia, con qualche aiuto della Provincia, con lo stesso titolo (perché è assurdo che una città se ne privi) e ci ha pure messo nella promozione “da un’idea di Nando dalla Chiesa”. E chi l’avrebbe fatto? Chi non se ne sarebbe appropriato? La rassegna inizia stasera. Concerti magici di arpe al pomeriggio e pure stasera a Palazzo Doria Spinola. Vedetevi il bellissimo programma su www.conservatoriopaganini.org. Io ci andrò sabato. Ma Patrizia Conti, musicista e militante civile, la ringrazio qui sin da ora.
Nando
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