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Da Mortara a Lisbona. E tutti all’ArciBitte!
Datemi retta, amici. La scuola pubblica italiana non riuscirà a distruggerla nessuno. Ci proveranno, ci stanno provando. Ma è qualcosa di troppo più grande delle meschine voglie di vendetta degli incolti al governo. Troppo più grande delle smanie di profitto che si agitano nel settore privato, ansioso di fare dell’educazione una nuova lucrosa prateria. Abbiamo degli insegnanti che sono la vera Maginot della Costituzione e dell’Italia civile. Dice: ma ci sono anche i pigrazzi, i lavativi. E’ vero. Ma trascurate che la forza di trascinamento dei migliori è tale da portarsi dietro scuole intere. Ovunque ci sia un pugno di insegnanti disposti a farsi in quattro non per soldi ma per ideali, lì tutto ruoterà intorno a loro.
Credo di averlo già detto su questi schermi. Me ne sono convinto ancora di più l’altro ieri, ospite della scuola elementare di Mortara, provincia di Pavia, riso e oche (tutto datomi in regalo, non le oche ma il salame d’oca). Dopo molte, moltissime perplessità (che capiranno, davvero, i bambini?) sono andato a farci un incontro sulla Costituzione. Ci ho trovato la meraviglia delle meraviglie. Mostre intere di disegni, poesie e pensieri dolci o fulminanti. I segni di un lavoro durato un anno. E l’attenzione di centocinquanta bambini, e le loro spontanee riflessioni su domande fatte da me al momento. Ecco, ho pensato, loro sì che dovrebbero avere il diritto di votare, mica quei caproni adulti che non sanno distinguere un capo del governo da un presidente della Repubblica. Chiedo scusa da qui a Giulio, il bimbo con la maglietta gialla. Gli ho fatto la domanda più difficile, che richiedeva una grande padronanza della nostra lingua, senza sapere che Giulio è albanese e che per stare orgogliosamente alla pari con i suoi compagni migliori si alza ogni mattina alle cinque per studiare. Vedere quella platea infantile, e in piedi lungo i muri le maestre trepide e felici per la preparazione dei loro alunni è stata una iniezione di adrenalina civica (a proposito, non riesco a farmi passare dalla testa la notizia che nella Costituente c’erano più laureati che nel nostro attuale parlamento; e in più c’erano anche gli operai e i contadini…).
Continuo intanto la preparazione della Settimana dei Diritti a Genova. Annotate, annotate: 15-22 luglio. Sarà un appuntamento imperdibile. Prenotate in tempo, tra circa dieci giorni dovrei essere in grado di darvi il programma definitivo. Ne sto scoprendo delle belle sui premi Nobel ma per ora zitto mi sto.
Segnalo invece la seconda assemblea aperta su Milano (come trovare il candidato sindaco?) domani sera all’ArciBitte in via Watt. Il mio Gracco maggiore con i suoi amici di “Undicimetri” si sta dando da fare perché si arrivi alle amministrative dell’anno prossimo senza cadere nei soliti giochetti truffaldini della politica da inguacchio. Che ciò vada a suo merito. Io vedo mettere in giro nomi improbabili sapendo che non accetteranno, per poi cavar fuori all’ultimo -per spirito di servizio, ci mancherebbe- qualche immancabile furbone.
Tutto ciò, dimenticavo, vi scrivo da Lisbona, dove starò qualche giorno. Con la biondina, oh yes. E’ il regalo di compleanno degli amici della Rete (grazie, grazie, vi penserò uno per uno, a partire da Emmetì…). Che farò a Lisbona? Ritemprarsi sull’oceano, me l’ha detto il medico…
Nando
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