Genova, la messa dei diritti. Quando i “don” trionfano

Le Messa dei diritti. Era questo l’appuntamento per eccellenza di ieri. Quello più sentito. Forse il più originale dell’intera Settimana. Sapevo che sarebbe stata una bella esperienza ma non credevo fino a questo punto. La chiesa di San Siro era strapiena (ed è grande assai…), c’era un clima di partecipazione e tensione emotiva che si scioglieva in tante forme: la corrente d’affetto verso i tre uomini di chiesa, don Andrea Gallo, don Luigi Ciotti e don Luigi Traverso, accolti da un grande applauso già alla loro uscita dalla sacrestia; il modo in cui sono stati seguiti i gospel -anche battendo a tempo le mani- o i momenti salienti degli interventi dall’altare (grande successo per l’immagine della "pedata di Dio" coniata da Ciotti). Non ho mai visto in vita mia tante persone fare la comunione. Segno che i credenti ci tenevano proprio a farla ieri con quei concelebranti. Un grande messaggio evangelico e civile di eguaglianza, giustizia e libertà, che ha visto arrivare tante persone anche da fuori Genova. Ho riflettuto sul fatto che molta di quella gente entra in contatto con il tema dei diritti (e con la Settimana) solo attraverso questo tipo di incontri, perché gli altri non li frequenta e sui giornali non ne legge. Bisognerà tenerne conto.

Prima c’era stato il passaggio a Vico Mele per presentare il progetto del distretto della legalità intorno al bene confiscato alla mafia. Il fatto che fossimo lì, con vigili e poliziotti, ha probabilmente salvato la vita a una giovane prostituta. Le sue  urla di aiuto sono arrivate altissime, strazianti. Il suo cliente (?) la stava picchiando e strangolando. I poliziotti hanno sfondato la porta a calci incitati dalla folla e l’hanno tirata fuori da una cantina senza luce. Il viso che aveva quando l’hanno accompagnata fuori, già tumefatto, gli occhi terrorizzati e vergognati, fanno parte di quelle cose che forse si sanno vedere ma comunque non si sanno raccontare.

La sera grande festa per il don (ossia il Gallo): per i suoi 82 anni e per i 40 della comunità di San Benedetto. Tutti gli ospiti bravi, molto bravi: Ovadia, De Scalzi, Max Manfredi, Sirianni, Forin, Carla Peyrolero (che conduceva). Ma la sorpresa l’ho avuta da Claudia Pastorino che non avevo mai sentito. Bravissima, semplicemente spettacolosa. Gente alle finestre a partecipare, per fortuna, basta con questi aspiranti svizzeri che a ogni nota musicale protestano che gli dai fastidio. Chiusura con le trans a cantare e danzare sul palco con i musici. Alla fine birra con Sirianni e Manfredi. In un ristorantino-ino-ino cinese. Perché quello era aperto. Ed è detto tutto.

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