Libri, balle, premi, ananas, pecorari, capezzoli e auguri

Dove sono, volete sapere? A casa a Milano. E’ la mia più grande vacanza, almeno per iniziare. Libri e musica, ho rimesso mano perfino alle antiche cassette degli anni settanta e ottanta, e chi aveva più avuto tempo di cercarle? Silenzio fuori, lavoro in assoluta concentrazione e la sera amici o dialoghi in libertà con la biondina. Il libro per Einaudi, la più volte anticipata antologia (“Contro la mafia. I testi classici”), è in bozze. Mentre ho incominciato ieri la stesura de “La convergenza. Mafia e politica nella Seconda Repubblica”, che uscirà per Melampo. Anche stavolta scrivere un libro spinge a leggerne molti altri che si erano solo sfogliati, e in genere la sensazione è piacevole (increspatura, diciamo così, trovando che Deaglio in “Patria”, molto bello, casca nelle balle di Incandela su mio padre; ma sempre su Deaglio ho scoperto che Pino Nicotri, il giornalista che ha fatto l’intervista inaudita a Incandela, era tra gli arrestati dal giudice Calogero nell’operazione contro l’Autonomia del 7 aprile ’79, ma guarda un po’…).

Sono stato a Santa Ninfa del Belice, dove ho ricevuto il premio (una targa) del museo Cordio, dedicato a un grande pittore contemporaneo siciliano, Nino Cordio. Confesso, non lo conoscevo e  mi ha affascinato molto. Tinte bellissime e le più originali pitture morte del mio repertorio di viaggi. Visitata Santa Ninfa. Dopo la celebre ricostruzione post-terremoto, l’hanno lasciata dov’era (Gibellina è stata trasferita su un’area vicina) ma ogni edificio restato in piedi e restaurato parla di una civiltà superiore all’attuale. Lì in piazza della Libertà, con temperatura a venti gradi o sotto, Beatrice Luzzi ha recitato per l’ennesima volta “Poliziotta per amore”. Con bambini assiepati sotto o accanto al palco, che sembrava il gran cinema Paradiso. Timori del sindaco (ex Rete) per quanta gente avrebbe partecipato: ci sono due matrimoni, e poi c’è anche una festa di compleanno. Verrebbe da ridere ma in un paese di cinquemila abitanti due matrimoni fanno; e pure un compleanno…Stupendo, comunque; ogni posto ha i suoi metri.. Mi ha fatto piacere vedere nell’occasione l’accoglienza riservata al libro di Caponnetto, “Io non tacerò”, curato dall’ottima Mariaaa e che già in questa stagione proibita ha fior di riordini. Infine, un consiglio amorevole per la cucina siciliana: più caponata e primosale e meno pesce spada all’ananas…Per favore…

E a proposito di ananas, mi sono imbattuto via tivù in un programma terrificante, demenziale. Si chiama “Le Velone”. Una volta si diceva dei figli “ma non hanno dei genitori?”. Ecco, qui sarebbe il caso di chiedere “ma non hanno dei figli o dei nipotini?”. E anche di chiedersi “ma non c’è un elettore verde con il randello?” leggendo che alla festa per i 50 anni di Rotondi, piena di fauna berlusconiana e con il capezzolo della Brambilla immortalato da Dagospia, si dondolava Pecoraro Scanio, il vero killer del movimento verde in politica, autobiografia delle devastazioni della sinistra. Lascio perdere invece i randelli che ci vorrebbero per chi ha scelto di non andare ieri a Bologna (ma mettetevi nei loro panni: che cosa avrebbero potuto dire con la P3 disegnata sulla fronte?).

Basta. Chiudo con un augurio tonante per il mio amico Nando: Benigno di nome e di fatto. Ottimi sessanta, vecchia quercia brindisina di adozione. Che il mare e i marinai (e i turisti) siano propizi a te e al glorioso Jaccato. E già che ci sono: auguri a Ciusepphe, nipote calabrese! Lo zio ti pensa.

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