Case, animatori e sogni da scrittore

Cari i miei blogghisti, sono in sosta nei pressi di Menfi, Sicilia che guarda l’Africa, a un chilometro da un mare blu e freddissimo (e rigenerante). Scrivo da una collina ventilata e con una dolce piscina a dieci metri di distanza. Ospite di mio cognato Luigi detto Luisito, imprenditore, che la casa (a un piano) se l’è costruita con i suoi soldi e a sua saputa. Di questi tempi bisogna sempre precisarlo. Vedo a proposito con piacere che sui blog e in rete viaggia lo stesso interrogativo lanciato in casa nostra dalla biondina: ma se chiedono le dimissioni di Fini per la casa di Montecarlo, che cosa bisogna chiedere a B. per la casa di Arcore? Il lancio senza paracadute dalla Rupe Tarpea? Il tuffo nell’Olona dall’elicottero? Il capo cosparso di polvere di comunisti? Noto pure con piacere che i blogghisti per raccontare la vicenda di Arcore si rifanno, citandone lunghi brani, alla mia “Fantastica storia di Silvio Berlusconi”, che fu all’origine di Melampo (avendo difficoltà a pubblicarla, decisi che me la sarei pubblicata da solo, e con Lillo e Jimmy nacque la casa editrice…).

Naturalmente, anche in un posto d’incanto come questo devono arrivare i cretini a rovinarlo. E dunque, in un paesaggio che è un po’ Toscana e un po’ Sicilia, eccovi l’ecomostro. Un bell’albergazzo a non so quanti piani e con quante propaggini, neanche nascosto dal verde, che se uno lo vede dalla campagna pensa “e che se ne fanno?”.  Poi lo vede dal mare e capisce tutto: ne fanno un “vista mare” (e se poi non lo vedi paghi lo stesso perché sei un citrullo). Da questo albergazzo, mentre tu guardi le rondini e pensi al canto delle cicale, arrivano per almeno tre-quattro ore al giorno le urla microfonate dell’animatore o dell’animatrice, trasformati in ossessi da televendite. Volano sotto vento per la valli e per i pendii: “e ora tutti insieme”, “e ora muoviamoci, forza, c’è da divertirsi”. E giù musica da luna park. Minchiazza, direbbe Lillo che non so dove sia, davvero c’è da divertirsi. Già l’idea di pagare l’albergo per sentirmi quelle urla sotto la stanza mi demolirebbe il fegato…

Però resisto. Resisto alle news della politica e scrivo. E ogni notte, ci credereste?, sogno quelli che avranno da lamentarsi del mio libro, della mia analisi-racconto delle “convergenze” tra mafia e politica. Passi per il terribile sogno di B. che mi chiedeva di dargli ragione “anche solo un pochino”. Ma ho sognato pure Marini. Alla fine che galleria onirica riuscirò mai a collezionare? E con questo interrogativo angoscioso vi lascio temporaneamente. Controanimatori di tutto il mondo unitevi.

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