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Dilemmi vulcanici: cercar casa e governare
Domenica è sempre domenica. Ma non è sempre a Stromboli, purtroppo. E quindi ha qualcosa di eccelso questa quiete in cui gli unici rumori che sento (ore 7.45) sono i seguenti: cinguettii tra gli oleandri, sciabordio del mare, abbai di cani lontani, irregolari incontri di cucchiani con tazzine di caffé in qualche casa lontana (ripeto: lontana). Il vulcano è in attività. Ieri pomeriggio e stanotte botti dalle profondità, da sotto i piedi, ma tutti sappiamo bene che è lui, non il terremoto. Si cosparge di fumo che sembra nebbia (qualche turista pensa che ci sia cattivo tempo), poi tutto si rasserena. Grazie comunque agli amici blogghisti delle amichevoli ricette per dormire sonni migliori e non vedermi spuntare pure in sogno i protagonisti del libro. Io ho fatto la cosa forse più naturale. Interruzione serale per Inter-Roma, piccola camminata verso un bar con vista solo sul mare e maxischermo sul mare, amaro con ghiaccio, trepida visione del gioco, paziente incasso del gol romanista e delle battute dei tifosi romanisti alle mie spalle, compiaciuto riconoscimento di alcuni ragazzi interisti in occasione dei gol di Eto’o. La biondina intanto era al cinema d’essai all’aperto con vista vulcano organizzato dalla Hiara di Prato (vedi qua accanto). Poi la vittoria, con quel Benitez che sembra un capostazione svizzero. Il godimento però era stato preparato da due splendidi bagni dopo il tramonto, il secondo con la luna quasi piena in cielo, che è una delle cose più fantastiche che si possano fare.
Al ritorno a casa (si torna sempre a casa) dopo la partita ho finito il capitolo sulla celebre trattativa, che mi ha impegnato assai ma proprio assai ma non vi dico perché, lo saprete appena prima che esca il libro. Bello scrivere qui. La biondina, vedendomi tante ore al computer, ha avuto un’idea geniale: mi ha fatto una postazione su un balconcino che dà sul vulcano, il quale a sua volta la sera ha la luna di lato. Con quella vista davanti e quei profumi nelle narici praticamente non ti stanchi mai. Così quando ho finito mi sono goduto la notte più fonda, quella in cui basta che due che si corteggiano ridano in una stradina e ti sembra che ci sia il mercato. Respirare a lungo la notte di Stromboli, seduto con la testa per aria e qualcosa da bere in mano. Questa era la ricetta, amici! E infatti ho dormito bene, nessuna visita sgradita.
Mi domando semmai, se questa può essere la vita affittando un felice appartamento per quindici giorni all’anno, che bisogno ci sia di andarsi a comprare una casa e poi due case e fare mutui che ti esauriscono tutto lo stipendio di parlamentare (mi è venuto in mente leggendo la storia di Urso…). Per poi rivendersele e guadagnarci? E per fare che cosa, poi, con quei guadagni? Comprarsene altre? Questa mania del patrimonio mi sa che esaurisce le persone. Mi sono anche chiesto come fa un viceministro a trovare il tempo per andarsi a cercare case per Roma, con tutto quel corredo di box, solai, e pure le terrazze condominiali in regalo. Ve l’immaginate? Guardarsi il giornale (‘Seconda mano’?), chiedere in giro per immobiliaristi e portinai, fissare gli appuntamenti, andare a vedere, dire sì o no, trattare sul prezzo e sulle terrazze, andare in banca, trattare il mutuo, mettersi in cucina a fare i conti, discuterne in famiglia, andare dal notaio, e questo mica una volta sola, minchiazza (direbbe sempre Lillo), ma come si fa a governare o a stare in parlamento così? Io non ci sarei riuscito. Ma la biondina dice che non ho senso pratico. Dice che basta incaricare qualcuno che lo faccia per te, lei per esempio lo farebbe benissimo. Già, non ci avevo pensato. Ecco perché non ho quattrocento metri coperti e trecento di terrazza a Roma…Mi manca il senso pratico.
Nando
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