Lettera a Nichi dalla Repubblica fondata sul postino

Stiamo diventando una repubblica fondata sul postino. Mandano tutti lettere. Soprattutto i leader politici. Invece di dirigere la masse, scrivono lettere ai quotidiani. Una volta le scrivevano i normali cittadini che non avevano altro modo per dire la loro, ora le scrivono i potenti, quelli che dirigono la vita pubblica. Perciò pare che i normali cittadini si stiano buttando sulle cartoline. Dopo Veltroni (la cui lettera non sembra che porti il timbro dell’Africa) e Bersani (timbro emiliano certissimo) è arrivato Rutelli. Domani, mi dicono amici bene informati, scrive Fassino e dopodomani Pecoraro Scanio, reduce dalla grande festa ambientalista per i cinquant’anni di Rotondi, dove è andato solingo a rappresentare il centrosinistra. D’Alema invece è impegnato a scrivere il prossimo libro: “Cossiga, ricordo di un amico”, tenero saggio autobiografico che non ha avuto purtroppo il tempo per piombare sulle feste del Pd.

Già che ci sono, mentre qui a Stromboli il vento notturno strapazza tutto (ci vorrebbe Schifani a coordinare la situazione come a Lipari ma è a Roma), mando anch’io una letterina. La spedisco a Nichi Vendola. E dice così: “Caro Nichi, il tuo tentativo di dare una scossa al centrosinistra mi piace assai. Ogni tanto prendo pure in considerazione l’idea di votarti, che sarà più salda se non ti metterai anche tu a scrivere lettere ai giornali ma ti farai intervistare accettando le domande scomode. Ogni tanto leggo però di personaggi che parlano a nome tuo o a sostegno del tuo progetto nella veste di ‘grandi elettori’. Sono sempre gli stessi. Quelli di cui nessuno  ricorda una buona battaglia vera. Quelli che masticando un po’ di ideologia si sono solo spartiti posti senza avere un mestiere, e se ce l’hanno non lo sa nessuno. Ecco, Nichi, io quando leggo quei nomi tremo. Perché con loro non prenderei un caffè, alcuni li ho conosciuti anche troppo. Mi disgustano. E sono certo che i ragazzi che dovessero incontrarli per seguirti scapperebbero a gambe levate al solo sentirli parlare. Siccome quello che stai cercando di fare ha comunque un suo valore per tutto il paese, fai smammare subito questi furbacchioni, anche se ti promettono voti alle primarie (oh Nichi, te lo assicuro, ti porto tutti i verdi; ti porto tutti i socialisti; ti porto tutti i comunisti, ecc). Se li tieni lontani, di voti ne prendi di più: garantito al limone, come dice il mio amico Alessandro. Anzi, fai una cosa rivoluzionaria: chiedi a un campione statisticamente rappresentativo del voto di sinistra di farti una bella lista di proscrizione, quelli che non ci devono essere, i sempre pronti a salire in groppa al cavallo vincente o a chi ha cadreghini da offrire. Fai la lista dei cento che fanno più allergia. Mi raccomando, Nichi: non una lista da compilare via mail, liberamente, perché quelli sono maestri nel mobilitare le truppe cammellate. No, proprio un bel campione statistico. Con amicizia, l’Anfitrione”. Oh, adesso che ho scritto una lettera anch’io mi sento meglio. Mi sento un po’ più cittadino della Repubblica. E ora mi raccomando, ripetete bene con me (vedi i post sotto): si dice ferrato, schermirsi e si schermisce, interpretare. E ricordate che finalizzare vuol dire “dare una finalità” non “concludere”. Se no, se sbagliate sempre, che lettere scrivete?

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