Meglio Otranto (di Mancuso)

Torno da Otranto, dove Flare ha chiuso la sua settimana di Ole’ (Otranto Legality Experience; l’accento è solo vitaminico). Ho ricordato mio padre con Caselli ieri sera al castello. In piazza non si poteva perché diluviava. Molti giovani, tra cui -orgoglio di docente- alcuni miei studenti o ex studenti. Poi, confronto più ampio su beni e confische. Prendo atto che fa ancora fatica a passare la nozione di colonizzazione (da parte della ‘ndrangheta) di aree intere di Lombardia e Liguria. Sembra un’immagine esagerata, perché “la situazione è più complessa” (e  quando mai), e invece ha uno strettissimo fondamento scientifico.

Grazie comunque a chi è intervenuto così copiosamente sul post precedente. Dite che devo farmi consigliare da qualcuno per i miei sogni? Mah, in realtà a Stromboli bastava passare mezz’ora a vedere le stelle, e a sentire il profumo del vulcano…ossia staccare da questa materia, l’avevo ben scoperta la ricetta… In ogni caso credo di sapere qual è il mio problema: battermi per qualcosa di cui a tantissima gente intorno importa poco o nulla. Anche se commemora gli eroi, anche se recita con indignazione l’elenco delle collusioni. Mi pesa rivedere, scrivendone, la gravità estrema di quello che succede e che non viene capito.

Sarà però un libro diverso, e spero che svegli un po’ di coscienze. E a proposito di libri fatemi dire che ho definitivamente chiuso il mio giudizio sulla vicenda Mancuso, inteso come Vito. Non mi fa piacere essere d’accordo con la Mondadori. Ma vedo che oggi (su Repubblica) fa a Mancuso la stessa obiezione già fatta da me e da altri: e te ne accorgi nel 2010 del “gigantesco conflitto d’interessi”? Lui reagisce e accusa Mondadori di non parlare del conflitto d’interessi. Ma proprio non sa rispondere: perché solo ora? D’istinto, da subito, non mi era piaciuto il suo appello da profeta civile a lasciare Mondadori (ed Einaudi). E sinceramente pensavo che dopo le obiezioni (da schiacciare un elefante) un po’ si fosse impudichito. Invece no. Insiste a fare il campione di etica. Perciò qui vi dico che la cosa non convince, che c’è qualcosa di mezzo.

Mentre c’è di mezzo solo poca dimestichezza con i fondamentali negli errori che continuo a trovare sui giornali. L’altro ieri un vicedirettore del Corriere che parla di “dati che le autorità dispongono” (vado a memoria ma era questo l’errore da matita blu), poi un cronista su Repubblica di oggi che dice che il tale “spera su” (sperare su qualcuno? sperare su qualcosa?), e ieri sempre su Repubblica Dell’Utri che scrive che “di questi diari (di Mussolini) nessuno potrà provarne l’autenticità”. Eh no, proprio da un bibliofilo no: o “di” o “ne”. Giusto? E già che ci siamo: basta a parlarci delle sfilate di Noemi, cara Repubblica. Che senso ha fare per mesi le “dieci domande” a B., se poi si trasforma in celebrità una piccola soubrette, facendo il gioco dell’utilizzatore finale (le ragazze sanno che andando con lui diventeranno comunque famose)?

Avvisi infine per i blogghisti della Scuola di formazione politica “A. Caponnetto”. 1)Visto stamattina a Brindisi in aeroporto con Caselli il nostro sublime Benignus. Direi che sta molto, molto meglio. Sursum corda, dunque. 2) Successo alla festa del Pd di Milano stasera per “Io non tacerò”. E grande emozione nel sentire parlare la nonna Betta. Proprio vero, amici: la classe non è acqua.

Leave a Reply

Next ArticleVassallo, Iacona, Schifani