Vassallo, Iacona, Schifani

Impossibile non rendere onore da questo blog ad Angelo Vassallo, sindaco ambientalista assassinato dalla camorra. Sindaco coraggioso e soprattutto munito del coraggio di prendersi le sue responsabilità. “Perché devo essere l’unico a dire di no?” si chiedeva sempre più spesso -così raccontano- di fronte alle acquiescenze e alle vigliaccherie di tanti suoi colleghi, che con i loro forse e i loro sì o i loro silenzi-assensi lo hanno isolato, quasi indicato ai clan. Già, proprio per questi meccanismi cumulativi si finisce uccisi in un paese dove da tanto, troppo tempo disquisiamo della cultura della legalità. Questa storia mi ha fatto tornare alla mente quel che mi disse un giovane magistrato agrigentino quando andai a raccogliere il materiale per il mio “giudice ragazzino”. Vede, mi disse, il problema non è che sono io a espormi facendo un passo avanti. Io sto solo fermo dove mi hanno messo. Il guaio è che mentre io sto fermo gli altri fanno un passo indietro. Così quando mi volto scopro che sono solo, solo davanti a tutti”.

Ho visto con attenzione e, lo confesso, con qualche angoscia la bellissima inchiesta di Iacona sulla ‘ndrangheta, in Calabria e in Lombardia. Sconvolgente. Questo è giornalismo, questa è televisione amici miei, molto più perfino di annozero. Ma chissenefrega di sapere ogni volta che cosa dicono Ghedini o Belpietro. Io voglio sentire quel maresciallo della Finanza che lavora contro la ‘ndrangheta da decenni con il suo stipendio e misura ogni volta i soldi che hanno loro e i soldi che ha lui, inteso come Stato che deve sconfiggerli. Io voglio sentire i figli dei boss che dicono che nel loro paese ci sono dei problemi di ordine pubblico con i tempi che corrono, con questi immigrati. E magari anche che a scuola i loro figli sono guardati male dai compagni (e meno male, perché loro vorrebbero l’ammirazione). Il giornalismo non è chiacchiera tra giornalisti e politici dove poi spunta un inviato dà del tu alla D’Addario o a Massimo Ciancimino… Comunque, ora che abbiamo visto Lonate Pozzolo o Buccinasco, e ci aggiungerei anche Bordighera, nessuno dica più che esagero a parlare di colonizzazione, nessuno ripeta la solfa che “la questione è più complessa”. Era provincia di Varese e sembrava Corleone. Un capolavoro perfetto, questa Lega. Governa dei territori enormi da vent’anni con l’unico scopo di difendere l’identità padana e li ha trasformati in succursali della peggior Calabria. Complimenti vivissimi!!

Su Schifani alla festa del Pd, infine (oh, a queste feste si mangia proprio bene: risotto al tartufo l’altro ieri a Torino, cacciucco ieri a Grosseto). Io contesto il principio che il ruolo istituzionale lavi più bianco. Se siamo d’accordo che non può essere un riparo penale, non può essere nemmeno un riparo politico. Il ruolo istituzionale va rispettato nel senso che lo si tiene fuori dalle predilezioni destra-sinistra, poiché sta “sopra” per definizione. Ma proprio per questo andrebbe affidato a persone che siano all’altezza di quel “sopra”. Per avere risposto così, solo così, alla domanda “che ne pensa dei fischi a Dell’Utri e a Schifani?”, mi sono preso un’ovazione a Torino. Basta poco, di  questi tempi…

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