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Colpa di Cacciari
Aggiorno in tempo reale le informazioni sulle primarie milanesi a vantaggio dei miei più fedeli blogghisti. I quali avranno più avanti anche i miei ritratti (umani e civili) dei tre candidati. Allora, mi dicono fonti sicure che la pressione a fare ritirare Onida viene da Massimo Cacciari e che sarebbe lui, e non il Pd milanese, dietro quell’intimazione a farsi da parte (stesa dal direttore di Affari Italiani). Non solo, c’è una lettera sottoscritta dai tre candidati che è una reciproca dichiarazione di stima e di amicizia, nonché di impegno a sostenere fino in fondo il vincitore delle primarie. Questa mi sembra una cosa ottima. Sia perché conferma quel che ho sostenuto da subito: cioè che abbiamo tre belle candidature spontanee, di persone di livello disinteressate che si mettono al servizio di Milano. Un segnale di vitalità e civiltà che può mettere tanta benzina nel motore di un centrosinistra altrimenti con il fiato grosso assai. E mi sembra una cosa bellissima anche perché scongiura uno dei più temuti effetti collaterali delle primarie vere, quello di lasciare ruggini tra i tifosi dell’un o dell’altro candidato fino a indurre i più caratteriali ad astenersi nel momento decisivo. Bene dunque se nessuno del Pd ha qualcosa a che fare con quell’invito irriguardoso. E meglio ancora se nessun partito (vale per tutti) cercherà di mettere la propria targa su uno dei tre. La situazione è bella, mai vista, per favore lasciatecela godere fino in fondo.
Quel che non capisco è che cosa gliene freghi a Cacciari. Non vuole Onida per rispetto alla memoria di Sarfatti che voleva Boeri, e poi dice che bisognerebbe sostenere Albertini, possibile candidato della destra finiana. Ossia che dovremmo votare un candidato contro cui abbiamo (civilmente) fatto due campagne elettorali. A volte mi sembra che la stampa abbia verso Cacciari la sindrome Cossiga. Ogni cosa che dice, su qualsiasi argomento, diventa interessante, si va da lui a microfono steso. Però non gli si chiede ragione del perché ha presentato l’Apologia di Socrate con Dell’Utri o del perché abbia difeso in quel modo ridicolo la sceneggiata di don Verzé il giorno della laurea al San Raffaele di Barbara Berlusconi. Boh…
Cose strane accadono in questo paese. Dove ora molti mettono giustamente sotto accusa Andreotti (comunque bravo Piroso su Ambrosoli). E io penso a quando nel 1984 dovetti fare uscire Delitto Imperfetto in Francia e poi in Italia me lo vidi respingere da fior di case editrici progressiste. Strane cose anche i mitra e la guardia di finanza made in Italy sulla nave libica che spara sui nostri pescatori; pazzesco, da dimissioni, questo sì da dimissioni. Mentre sto con i preti dell’Antoniano e sottoscrivo di cuore il loro appello: ai bimbi fate cantare lo Zecchino d’oro non le canzonette dei divi come fossero mostri in provetta. Le vie del degrado sono infinite.
Nando
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