Case a Montecarlo e padrini a casa nostra

Quante cose succedono mentre scrivi un libro e inizi i tuoi corsi nell’università prediletta…Mi ero fissato mentalmente che sarebbe stato carino assai spiluccare sul blog questa storia di Fabrizio Corona che faceva l’amante a pagamento di Lele Mora…Ah, l’ho sempre pensato che l’eccesso di machismo nasconda qualcosa di inconfessabile (per chi lo pratica). Giungono voci riservate su alcuni machissimi della politica, anche di alto livello, che al solo pensarci ti sganasci dalle risate. Bisogna sempre andarci cauti su queste voci, però rientrano proprio nel cliché Corona. Ebbrave le adolescenti che ci cascano e ne vanno pazze e si fanno pure mettere la firma nei luoghi più nascosti. Benedette figlie, ma mettetevi con un sagrestano con la canottiera di lana, che riserva meno sorprese…

E qui mi taccio su Corona-Mora. Perché in realtà continuo a restare allibito nel vedere come la vita politica e istituzionale italiana debba rischiare l’infarto a causa di una casa di cinquanta metri quadri. Una casetta a Montecarlo fa finire la legislatura; ma vi sembra normale con tutto quello che di grave, drammatico, vergognoso accade in Italia? Non c’è di mezzo un soldo pubblico ma il signor B., che deve proteggersi da magistrati e carabinieri per cento vicende sue che riguardano ben altro che una casa, e che chiede disperatamente di salvarlo dai processi, dà l’assalto facendo il moralizzatore. Pazzesco. E ha ragione Saviano: purtroppo ci stiamo abituando a questo accanimento di dossier e servizi segreti, nei quali ultimi -non dimentichiamolo- sono stati reclutati e inquadrati divinamente i dipendenti privati di B. Ormai dovremmo averlo capito. Quando B. e i suoi sicari pigliano di mira qualcuno ci sono due soluzioni. O si dice “venite qua, vi mostro i miei conti correnti, vi invito tutti a casa mia, questa è la mia agenda ecc” o, se non si è in grado di farlo, invece di balbettare si dice con voce tonante: “sì, l’ho fatto, embe’? E’ vero, ho l’alito che sa di cipolla ma rispetto al tanfo che sale da certi tuoi affari non è nulla”. E lì si chiude.

Si apre invece e per fortuna la battaglia in Lombardia contro la ‘Ndrangheta. Dopo una bella serie di incontri pubblici nei comuni minori, sabato 9 sera si farà una fiaccolata popolare da Desio a Monza. Chi può venga, facciamogli capire che non è aria. Che non possono fare i “padrini a casa nostra”, anzi da nessuna parte. In novembre poi si farà una serata a Lonate Pozzolo, il comune in provincia di Varese immortalato nella bellissima trasmissione di Iacona come una perfetta colonia di Cirò Marina (è la famosa “identità lombarda”). So di un assessore regionale (non lo nomino perché l’ho saputo confidenzialmente) che va dicendo che sono un professionista dell’antimafia. Bene: ricordo a lui e ad altri che il termine venne coniato per attaccare Paolo Borsellino in vita. Per me è un onore. Non è invece un onore per il comune di Milano che la festa di Stefano Boeri all’Ortica di domenica sera sia stata bloccata in un modo che suscita molti e pesanti (ma proprio pesanti) interrogativi. Succede che i giovani del comitato Boeri vengano avvicinati da dei tipi del luogo. Tipi tosti. Che dicono che se la festa non la organizzano loro (a pagamento, è ovvio) il comune non darà il permesso di farla. I giovani si rifiutano di sottostare all’estorsione e il comune nega davvero l’autorizzazione. Domanda: quali personaggi bazzicano all’assessorato? Che potere hanno? Dovremo vederci tra un anno qualche foto o filmato che riprendono questo o quel funzionario che si bacia con qualcuno dei clan? Ma non basta quello che è accaduto, santo cielo?

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