Pd, le mafie e le contromisure. Lettera al Fatto e la mia risposta

Il Fatto Quotidiano

7 ottobre 2010 

 

Egregio Dir. Padellaro, caro Prof. Dalla Chiesa,
leggiamo, con la sorpresa di trovarci il nostro nome, l’articolo pubblicato ieri, domenica 3 ottobre, su Il Fatto "Una donna contro la ‘Ndrangheta (in Brianza)".
Vi si parla dell’ottimo lavoro che la consigliera di Desio Lucrezia Ricchiuti sta facendo in Brianza contro la ‘Ndrangheta. In particolare, citiamo testualmente un virgolettato attribuito alla Consigliera: " Mi scoccia che il mio partito non faccia altrettanto. Mi scoccia che non riusciamo a essere quelli ‘del fare’. (…) Quando mi è arrivata la convocazione dell’assemblea regionale del 18 scorso e ho visto che non si faceva cenno a quanto era avvenuto a luglio (…) ho mandato subito una lettera a Martina e Cornelli, il segretario regionale e provinciale, per chiedere come mai. Nessuno mi ha risposto. (…)."

Abbiamo parlato con Lucrezia Ricchiuti per chiarire con lei l’accaduto e la disfunzione organizzativa che si e’ creata in relazione all’invio delle sue lettere in posta elettronica.
La criminalità organizzata è una piaga che ormai da tempo si è infiltrata e strutturata in Lombardia e abbiamo ben chiaro quanto sia importante che le istituzioni, i partiti, le associazioni a tutti i livelli collaborino per arginarla e debellarla.
Proprio per questo in provincia di Milano abbiamo organizzato come PD un corso dal titolo "Infiltrazioni mafiose al nord Italia e appalti. Conoscere per prevenire" indirizzato principalmente agli amministratori degli enti locali cui potranno partecipare tutti coloro che sono interessati a dotarsi di conoscenze e strumenti utili per comprendere e combattere il fenomeno mafioso.
Abbiamo scelto, insieme ad Avviso Pubblico – Enti Locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, che collabora con il PD nell’organizzazione del corso, un taglio molto pratico affinché gli amministratori possano  riconoscere le infiltrazioni mafiose negli appalti e attuare politiche di contrasto alla criminalità organizzata anche in vista di Expo 2015.

Non è la sola iniziativa pubblica che il Pd milanese ha svolto su questi temi: ricordo in particolare la reiterata richiesta del Gruppo Consiliare di Milano di istituire una Commissione consiliare d’inchiesta sulle mafie, lo svolgimetno di tre dibattiti sul tema delle mafie al Nord nell’ambito della Festa democratica milanese appena conclusa e l’organizzazione nel luglio scorso di una giornata denominata “spegni la paura, accendi la speranza”  che si è conclusa con una manifestazione/fiaccolata del Pd milanese a Cesano Boscone, con la presenza di esponenti della Commissione Antimafia.
Questo naturalmente si affianca alla continua attenzione che il PD e i suoi amministratori pongono affinché il pericolo di infiltrazioni o collusioni sia tenuto lontano. Ricordiamo, per esempio, che siamo il partito che nelle elezioni regionali di quest’anno ha inviato formalmente alla Commissione Antimafia la lista dei possibili candidati in tutte le Regioni per una valutazione preventiva alla candidatura e che lo stesso faremo a Milano nelle prossime elezioni del 2011.

Il problema è di estrema serietà  e ci è ben chiaro quanto sia importante non tralasciare nulla contro la possibile espansione mafiosa anche nei nostri territori.

 Anche a livello regionale non siamo stati certo con le mani in mano. E’ il Partito Democratico lombardo ad avere assunto per primo l’iniziativa al Pirellone proponendo (il 14 luglio scorso) alle altre forze politiche la convocazione di un Consiglio regionale straordinario sulla legalità che si terrà proprio domani. In vista di questo importante appuntamento, proprio questa mattina, sono state presentate le linee guida della proposta di legge (scaricabile anche dal sito www.pdlombardia.it) che il Pd ha presentato e che è pronto a discutere e condividere per arrivare all’approvazione di un unico testo di legge sostenuto da tutte le forze. Proprio su questo, la Commissione Affari Istituzionali della Regione ha già tracciato unitariamente un percorso che intendiamo seguire con passione e determinazione. Infine, di pari passo con l’attività istituzionale, a novembre, stiamo pensando a una giornata regionale di mobilitazione in tutti i nostri Circoli della Lombardia oltre alle attivita’ gia’ in calendario tra cui vogliamo menzionare la fiaccolata di giovedi’ sera a Como in memoria di Angelo Vassallo.

 

Come si può vedere l’azione del Pd su questo tema cruciale non manca. Intensificare gli sforzi e renderli sempre più incisivi rimane certo un imperativo per tutti noi.

 

Riconosciamo il valore e la serietà del Vostro contributo alla discusione pubblica su temi seri e decisivi per il futuro del nostro Paese. Anche per questo motivo ci auguriamo che possiate considerarci a Vostra disposizione per verificare le informazioni di cui disponete e che riguardano fatti e inizative del Partito Democratico milanese e lombardo.

Cordiali saluti,

Roberto Cornelli
Segretario Metropolitano di Milano del PD

Maurizio Martina
Segretario Regionale del PD

 

 

E’ un bel problema quello dell’impegno delle forze politiche lombarde contro le organizzazioni mafiose, ‘Ndrangheta in testa. Vedendo il livello di colonizzazione di certe aree, tra l’hinterland milanese, la Brianza, le provincie di Lecco e di Varese, senza trascurare quelle di Pavia e di Como, e nemmeno la città di Milano, si avverte tutto il peso drammatico del ritardo. Un peso che provoca più interrogativi e più scrupoli in chi milita o ha simpatie a sinistra, visto che sono coinvolti anche comuni in cui la sinistra ha governato in passato o governa  tuttora. Ingiusto buttare la croce addosso alla storia confluita nel Pd, ingiusto assolversi in blocco.

Quello che scrivono qui accanto Roberto Cornelli e Maurizio Martina è tutto vero. Per quel che mi riguarda, anzi, aggiungo che dall’anno scorso ho avuto modo di registrare direttamente un inedito, spontaneo sforzo di mobilitazione diffusa: sono diversi i consiglieri comunali e anche regionali del Pd che mi hanno infatti chiamato a iniziative contro la ‘ndrangheta nella Lombardia occidentale. Buon segno. Una volta si tenevano pubbliche assemblee per discutere della Sicilia e della Calabria, o per dare solidarietà alle cooperative che lavorano sui beni confiscati al sud. Oggi non ci si mobilita più (o solo più) in aiuto alle altre regioni. Ma per difendere la “propria” regione, che la Lega e i suoi alleati, tra riti e simboli padani, hanno abbandonato nella mani dei clan calabresi. La stessa fiaccolata di sabato prossimo da Desio a Monza, che spero raccolga migliaia e migliaia di partecipanti, nasce in fondo proprio da diversi amministratori Pd o vicini al Partito democratico. Il fatto, però, e che stiamo parlando di una novità. Lorenza Ricchiuti, lo scorso anno, è stata la prima a indire una reazione politica e civile contro le organizzazioni mafiose nella sua città, in una assemblea in cui per la prima volta ho sentito fare in pubblico i nomi di politici collusi. Chi come lei si misura da tempo con questo problema ha purtroppo alle spalle una buona dose di solitudine e di inerzia altrui della quale non riesce a capacitarsi.  

Voglio dire che, nel corso del nostro colloquio, mi è parso che il suo fosse soprattutto un amaro bilancio. Un bilancio che non viene rovesciato se la questione non finisce negli ordini del giorno degli organi primari di partito, conta meno dei temi che arrivano dall’agenda della Lega, rimane totalmente estranea al confronto elettorale per la guida della regione Lombardia. O -aggiungo io ben consapevole delle novità- se le inchieste colpiscono o sfiorano esponenti del centrosinistra o di partito, anche con responsabilità istituzionali, dalla Provincia di Milano al comune di Trezzano sul Naviglio. Purtroppo la situazione della Lombardia è sul piano civile molto compromessa; basti dire che la scorsa primavera il sindacato ha chiesto al prefetto di Milano di revocare un provvedimento adottato nei confronti di un’impresa sospetta per salvare i posti di lavoro dei dipendenti. Dunque non si tratta più di fare (meritoriamente) auspici e richieste in consiglio regionale. E nemmeno, oso dire, di fare (importanti) corsi di formazione per chi voglia parteciparvi. Si tratta di respingere la ‘Ndrangheta da una regione. Di fare l’impossibile -per usare il felicissimo slogan di un giovane democratico della provincia di Varese-  perché gli uomini della ‘Ndrangheta non siano più “padrini a casa nostra”. Nulla di meno.

Leave a Reply

Next ArticleIl Giornale, la sicurezza e la Premiata Osteria Italia