Avellino felice dei professori privati

Il Fatto Quotidiano

24 ottobre 2010

Alla faccia delle acque chete. Marito e moglie innamorati da decenni, come in un quadretto di eterno idillio, da quando avevano sedici e quattordici anni. Tutti e due allievi del Pietro Colletta, il liceo buono di Avellino che ha sfornato Antonio Maccanico, Nicola Mancino, Gianfranco Rotondi, Francesco Pionati, politici diversi ma accomunati dalla passione del moderatismo. Tutti e due formati in parrocchia, e poi militanti dell’Azione Cattolica. Tutti e due con un mestiere bizzarro: insegnanti privati in casa propria. Anche le autorità cittadine affidano spesso loro i figli perché hanno fama di serietà e riservatezza. Eppure, specie il marito, sono sempre in prima fila quando c’è da increspare la vita tranquilla e ordinata della loro città. Con quella speciale fisima della correttezza, della pulizia dei rapporti sociali e civili. Pasquale e Daniela Pirone, così si chiamano i due protagonisti questa storia, hanno smosso le coscienze anche stavolta. E insieme con una cooperativa di recupero, “La casa sulla roccia”, hanno indovinato un convegno affollatissimo di giovani, dando punti alle convention di partito. Titolo: “Avellino isola felice?”. Ci hanno portato anche rappresentanti delle forze dell’ordine, ufficiali e funzionari: non le solite frasi da marpioni sull’ insicurezza percepita e sull’inesistenza di rischi, ma giusti allarmi e inviti a collaborare tra popolazione e Stato in divisa “perché se devo investire i capitali sporchi lo faccio nelle zone meno controllate per non dare nell’occhio”.

A Pasquale e Daniela i marpioni proprio non piacciono. In una parrocchia di Avellino ancora ricordano lo scoppio d’ira di lei ragazza quando, in un armadietto che le serviva per fare la catechesi ai bambini, trovò i moduli di raccomandazione per essere assunti in una grande fabbrica del posto. Buttò tutto per aria lasciando esterreffati alcuni pii giovanotti, convinti che quelli fossero i giusti rapporti da tenere con gli onorevoli “per aiutare la povera gente”. Il movimento nato sull’onda di Tangentopoli  trovò i due innamorati in prima fila. Convinti che fosse giusto entrare in politica, fondarono l’associazione “Cittalibera” abbracciando l’esperienza dell’Ulivo. Delusione somma. Nell’Irpinia di Ciriaco De Mita il riflusso fu immediato. Restò l’associazione, fino alle fine del decennio. Un’ottantina di persone di primo piano. “E’ stata forse l’esperienza più bella della mia vita pubblica”, ricorda Pasquale, “era dibattito vero. Cattolici esigenti, ambientalisti, intellettualità di sinistra. Ci abbiamo creduto, eravamo un’ottantina di soci. Una presenza costante, anche se era un po’ più difficile fare pagare le quote per fare i convegni. Ma sono stati anni importanti. Poi è finita, come finiscono sempre queste cose se nessuno ci deve cavare una carriera. Arrivarono le elezioni comunali, qualcuno spingeva per spremere il cosiddetto succo politico di quell’avventura, ma la maggior parte di noi se ne ritrasse. Che cos’è rimasto? L’abitudine di cercarsi, di fare cose insieme quando è necessario. Non è poco”.

Nessuna resa, però. Anche se il lavoro li impegna molto. Avrebbero voluto fare gli archeologi tutti e due. “Ma in Italia con l’archeologia non si mangia”, dice Pasquale, “specie se ti occupi di zone lontane, nel mio caso della Palestina di Erode il grande. Abbiamo dovuto metterci a lavorare. E per fortuna ci affidano i figli anche solo per seguirli, quando non hanno alcuna carenza e anzi sono proprio bravi”. Un po’ come si faceva con l’aio di una volta, insomma. Solo che l’aio non aveva grilli per la testa. Questi due invece hanno sempre in testa l’impegno civile. E’ nato così “Altracittà”, un giornale online pionieristico. Poi rete3.net, dove il tre sta per terzo settore, associazione di promozione sociale. E infine www.rete3.net, veicolo di idee e di progetti sul capoluogo irpino. Ne è nata perfino una lista civica (“centrosinistra alternativo”) alle ultime elezioni comunali e provinciali. “Parliamoci chiaro. Qui la destra si chiama Sibilia, il presidente della provincia è il figlio del costruttore che fu presidente dell’Avellino calcio, quello che fece avere in regalo una medaglia d’oro a Cutolo. Ma il centrosinistra sono i vecchi partiti con tutti i loro piccoli giochi di posizionamento”. Da qui la lista e il suo succulento 7 per cento. Senza chiedere nulla. Un pungolo, insomma. Nessuna voglia di tirarsi indietro, neanche oggi che ad Avellino si parla con insistenza di aste giudiziarie truccate, circolano foto di un ufficiale giudiziario con due camorristi ben piazzati dietro di lui. Con il racconto, corredato da formale denuncia, di un cittadino che per avere contestato l’andazzo si è visto puntare una pistola alla tempia sotto casa.

I due eterni innamorati (ormai con due figli) non demordono. Pasquale insegna pure geografia e italiano agli immigrati, “soprattutto ragazze che fanno le badanti; ucraine, russe, ma anche argentine di ritorno, quasi tutte laureate”. Daniela ha affinato la sua pedagogia. Per non lasciare agli sbandamenti adolescenziali i suoi allievi, ha chiesto loro amicizia su facebook. Così li segue giorno per giorno nelle loro fantasie. “Guai a non capire che cosa gli frulla in testa giorno per giorno, a non cogliere i segnali in tempo”. Pasquale un segnale intanto l’ha già colto: “Mi sono accorto di una cosa. A scuola saltano direttamente dal Congresso di Vienna a Giolitti. Gli hanno detto di fare il novecento e questo è il risultato. Me lo vuole dire che centocinquant’anni di unità d’Italia festeggiamo se i ragazzi non sanno nulla del Risorgimento?”. Fosse sempre così la scuola privata…

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