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Erieccoci!! Convergenze, Bertolasi, Stefanoski e Suq
Evvai, si ricomincia! Finalmente torno al mio blog e ai miei blogghisti che assai mi son mancati. E come pedaggio ciucciatevi l’orgogliosa confessione: è stato il libro più faticoso della mia vita. Duro, accidentato, a volte scosceso, pieno di piani di lettura, e con un briciolo perfino di coraggio. Ma sì, sono abbastanza contento de “La convergenza” (sottotitolo già comunicato su questi schermi: mafia e politica nella seconda repubblica). Di una cosa sono sicuro: amici nuovi non me ne farò, né a destra né a sinistra. E qui chiudo, comunicandovi che nel frattempo è uscito anche “Contro la mafia. I testi classici”, l’antologia che ho deciso di curare quando mi sono accorto che stavano venendo su generazioni di studiosi, opinionisti, politici, “esperti”, che nulla sapevano di quello che ha prodotto la cultura antimafia prima delle stragi. Stajano, uno dei miei maestri, ne è entusiasta. E non credo che lo sia soltanto perché l’antologia chiude con un brano del suo “Africo”, che gli costò un processo durissimo, da cui uscì indenne grazie a una storica sentenza sulla libertà di opinione del giudice Elvio Fassone.
Bene. Buttiamoci nelle piacevolezze. Parliamo di Bertolaso. Ah, che goduria, quasi mi sconocchiavo….Però se la sono bevuta tutti che è andato in pensione perché ha compiuto sessant’anni. Ma scusate, da quando in qua un membro del governo va in pensione perché fa i sessanta? Semmai quando si arriva a quell’età si scalpita per entrarci, nei governi. Io dico che lo hanno mandato via in modo elegante perché la sua presenza con contorno di imprese e parenti non era più sostenibile. E se avesse dovuto dimettersi per questioni giudiziarie un altro membro del governo? Quante cose che succedono in questo paese…Fesserie che diventano problemi di Stato. E il guaio non è che non lo siano. Un capo del governo che dice a un capo di gabinetto di una questura che una prostituta minorenne è la nipote di Mubarak merita di finire nella storia delle barzellette ma è, al tempo stesso, un problema di Stato. Ohi ohi…
Fortuna che c’è anche chi con piccole cose rifà lo Stato. E qui, cari miei, voglio rendere onore a Stefanoski, blogghista purosangue, che si è sposato anni dopo avere sfornato due magnifici pirolini. E che per regalo di matrimonio si è fatto dare offerte per la scuola Antonino Caponnetto. Oh, avete capito? Mica è Agnelli, Stefano. Eppure telchì el grandomm: offerte per la scuola intitolata al grande giudice. Che fra l’altro a Cogoleto ha messo su un programma colossale, andatevelo a vedere e capirete come un cittadino solo e senza potere, con un po’ di sistematicità e di idee, fa fiorire una scuola di formazione là dove c’erano rovi e sterpi. Applausi disneyani a Stefanoski: clap clap!
Ne approfitto infine per un primo consiglio per gli acquisti (quanti ne devo fare, per recuperare!). Da venerdì 12 a domenica 14 il teatro Suq di Genova sarà a Milano al Teatro della Coperativa di via Hermada. E’ un grande spettacolo: si chiama Mama Africa, ed è dedicato all’immensa Makeba. Ha avuto, giustamente, un grande successo; Carla Peyrolero e Roberta Alloisio gli danno cuore e musica. Chi può non lo perda. Dai che se crollano forse c’è spazio per ritirare su la cultura (l’Inter, invece, mi sa che quest’anno non la ritira su nessuno…).
Nando
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