Primarie. Perché voterò per Stefano

E dunque si vota. Primarie dopodomani. Io voterò Stefano Boeri. Così qualcuno la smette di dire che faccio il pesce in barile, il finto neutrale. Poveretti, il guaio è che ragionano così perché proprio la salute dello spirito non gli consente altro. Riassumo. A Milano si è creata una condizione splendida e rara, troppo poco valorizzata. Tre grandi personalità (Onida, Pisapia e Boeri) si candidano spontaneamente a sindaco senza chiedere nulla in cambio: né garanzie né candidature successive. Dunque gratitudine a tutti e tre, e a tutti e tre la stima che si sono conquistati sul campo, mica con le dichiarazioni o con i partiti alle spalle. Per questo la prima cosa che ho deciso è stata di difenderli dalle fesserie dette sul loro conto da chi “ragiona” sempre con l’etichetta delle appartenenze. Onida non è vecchio; almeno non può esserlo per chi l’altra volta voleva candidare Veronesi che di anni ne aveva non 74 ma 81. Pisapia non può essere considerato un“estremista”: ha invece il rispetto e la simpatia della ex area socialista e laica, che a Milano ha sempre contato molto. Boeri non è l’architetto del potere. Ha lavorato in una città dove da vent’anni comandano sempre gli stessi, né lo si può rimproverare di avere lavorato per il Comune sull’Expo, che lui ha letteralmente trasformato (nei progetti architettonici) rispetto alle intenzioni delle grandi immobiliari. E la sua idea di città è proprio un’altra cosa rispetto a quella che ci è cresciuta davanti (e che certo non ha disegnato lui…).

Insomma, ho sentito l’obbligo di difendere tutti e tre. Di ringraziare Pisapia per avere avuto il coraggio (magnifico) di giocare d’anticipo sulle strategie partitiche candidandosi da solo. Di ringraziare Onida per avere il coraggio (altrettanto magnifico) di candidarsi senza avere nessuno dietro e di mettere in gioco la sua fama di presidente emerito della Corte Costituzionale. Di ringraziare Boeri (ancora coraggio magnifico) perché da questa partita, se non dovesse andare bene, è quello che ha da perdere di più. Dopodiché ho vissuto con vero disagio la corsa del Pd a fare di Boeri il proprio candidato in una logica da prova di forza. E poi (simmetricamente) la crescita di una logica eguale e contraria tra i sostenitori di Pisapia (facciamogliela vedere al pd). Io in questa trappola, fatta da culture e partiti che hanno di nuovo dato prova della loro inadeguatezza, non ci voglio cadere. E anche se c’è chi mi ha ricordato che in politica ci vuole “il sangue”, faccio una scelta serena. Stefano è mio amico da decenni. Non l’ho mai visto perdere la bussola. Me lo sono sempre trovato accanto, anche e soprattutto nei momenti difficili. Ho proposto suo padre come mio assessore nel ’93, sua madre è stata tra i fondatori generosi di Società civile (entrambi grandi professionisti laici e di sinistra, sia chiaro). Le amicizie non sono “la politica”, ma se si sono cementate in cammini comuni rendono ragione di condivisioni, di legami di affetto, di progetti e memorie. Dicono che si è camminato insieme nella vita. E sarebbe ben strano che, in questo rapporto di stima che mi lega a tutti e tre i candidati, non scegliessi Stefano, fra l’altro urbanista di cultura e di visione, a partire proprio da questo percorso comune.

Dopodiché sosterrò ventre a terra chiunque vinca, questo è chiaro. E questo ho detto. Così resti stabilito.

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