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Il più grande partito d’opposizione
A Milano ha vinto Giuliano Pisapia. Gli sia reso onore e si lavori ora tutti con lui e per lui. Bravo, bravissimo a Stefano Boeri, che ha fatto una campagna intelligente e fantasiosa. Bravo con lode anche a Valerio Onida, che da presidente emerito della Corte costituzionale si è messo in gioco come un ragazzo. Poi ci sono le valutazioni politiche. Meno gente del previsto al voto vuol dire che nemmeno primarie così belle riescono a riavvicinare alla politica. La scoppola-legnata subita dal Pd dice poi che è finito il tempo in cui “il maggior partito dell’opposizione” detta legge agli elettori. Anzi, fanno il contrario. E’ finita la supponenza dei numeri. I quali nascono molto lontano nel tempo, e -dimagriti assai- sono arrivati fino a noi senza alcun merito dei segretari provinciali, regionali e nazionali attuali.
Fu tragico a luglio bollare Pisapia come candidato della federazione della sinistra per sbarrargli il passo. Io ho avuto la sensazione che nel “più grande partito dell’opposizione” qualcuno abbia voluto vendicarsi di Giuliano perché con la sua candidatura gli aveva scombinato i giochi e sogni di gloria. Tragico quasi altrettanto (ma ormai conseguente) è stato poi bollare Boeri come il candidato di un Pd militarizzato neanche fosse allo scontro finale con la Moratti. Messe così le cose, Boeri ha perso, Pisapia è stato regalato a un partito piccolo che ha schiacciato il Pd, il Pd è stato battuto (questo il succo) da un partito che ha un ottavo dei suoi voti. Pazzesco. Inevitabili le dimissioni di chi ha voluto questo sfacelo. Ma c’è chi li ha consigliati, i dimissionari. E lì niente dimissioni? In ogni caso io stavolta non c’entro: non è colpa mia. E sapere che si devono inventare un altro colpevole (sarà una fatica da spaccapietre…) mi fa godere, anche se c’è poco da ridere.
Poco da ridere anche perché mi sono guardato il celebre “Vieni via con me”. Giudizio: la cosa migliore è stato Albanese, letteralmente strepitoso. Ma veniamo a Fini e Bersani. Ragazzi, io non tifo per i rottamatori e penso che Bersani abbia diritto al massimo rispetto. Però non si può buttare via un’occasione così per dire a milioni di italiani quale sinistra si ha in mente. Ma sempre l’elenco della spesa dobbiamo fare, sempre le 260 pagine del programma dell’Ulivo? Vai dove c’è Saviano e non dici una parola su mafia o camorra o ‘ndrangheta, minchiazza, direbbe Lillo? E con quello che sta succedendo non dici che la legge dev’essere uguale per tutti? E nulla sulla giustizia? Non un’emozione?
Mi devo sentire Fini, solo Fini, che ricorda che la legge è uguale per tutti o che parla di Falcone e Borsellino e degli altri servitori dello Stato a cui dobbiamo gratitudine? Mentre la sinistra mi spiega che con i suoi sogni ‘l’economia gira’? Tigarasùn, benedetto, guai se non gira, ma va detto da un’altra parte… Siam messi male. Sto pensando che qualcuno dovrebbe fare un corso accelerato di formazione ai dirigenti del “più grande partito dell’opposizione” per spiegargli perché si trovano con quel gruzzolo di voti tra le mani. Allora: c’era una volta la Resistenza…
Nando
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