Contro la mafia. I testi classici

Ehi, non ve l’avevo ancora fatta vedere! Questa è la copertina (elegantissima, ne converrete, tanto non è merito mio) dell’antologia che ho curato per Einaudi. I testi classici dell’antimafia da Leopoldo Franchetti, deputato liberale di fine ottocento, fino a Giuseppe Fava e Corrado Stajano. Non c’era niente del genere in giro, se non raccolte didascaliche. Ogni autore con la sua presentazione. E una mia lunga introduzione, una trentina di pagine. Operazione culturale, più che denuncia. Anche se la denuncia c’è: quella di essersi dimenticati di chi ha scritto di queste cose prima che iniziasse il ciclo dei "delitti eccellenti". Di avere dimenticato Dolci e Pantaleone e Carlo Levi ("Le parole sono pietre": dice qualcosa?). Di pensare che Fava fosse "solo" il direttore dei "Siciliani" e non un grande reporter, romanziere e drammaturgo. O Stajano "solo" l’autore dell’"Eroe borghese" o del "Sovversivo" e non uno dei più moderni scrittori di mafia. Di avere dimenticato sia i funzionari conservatori dello Stato sabaudo sia i socialisti dei Fasci siciliani. L’ho dedicata "ai miei studenti" perché in realtà l’ho voluta per loro e per il loro bisogno di avere quello che io chiamo il pensiero lungo.

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