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Gggiovani gggiovani e vecchi gloriosi. Si può fare un Paragone
Bello il post precedente di Paola Vezzani, eh? Mi è piaciuto d’istinto lo stile. E mi è piaciuto pure il merito: ossia…il merito. Il rapporto tra società, politica e merito. Che, guarda un po’, apre “La Convergenza”, dove proprio al primo capitolo si parla della “prevalenza del cretino” nella nostra società. Immaginate che questo paese schieri, nelle istituzioni di ogni ordine e grado, invece del Roccacannuccia, il Brasile o la Germania o anche l’Italia che ha in casa. I meglio invece dei cretini. E provate a fantasticarne i risultati.
Purtroppo non è così. I cretini impazzano. E così da anni siamo costretti a dovere scegliere tra maturi professionisti senza scintille (né di entusiasmo né di fantasia) e giovanotti il cui principale merito è di essere, per l’appunto, giovanotti. Io, per esempio, non ho mai guardato con antipatia a Renzi. Dopo il “rottamare” mi è piaciuto meno. Dopo Arcore ancora meno. Dicono miei cari amici che un incontro tra il capo del governo e il sindaco di una grande città ci sta pure che si svolga in una sede informale. In linea di principio è vero. Al ristorante, o in una casa priva di valori simbolici imbarazzanti. Se l’atmosfera fosse diversa. Se andare ad Arcore non fosse ideologicamente (nella percezione di chi invita e di chi vede) un andare a Canossa, un atto di subalternità plateale. Se l’egemonia culturale non si giocasse anche su queste cose. Come don Verzé che arriva in sala tesi quando si laurea la figlia del gran capo. Si è giovani per avere queste spregiudicatezze, per mettere in atto questi gesti “anticonformisti”? Non mi dite che lì sta il futuro, per favore. Ridatemi Foa, Pertini, Bobbio, Galante Garrone, viva Bocca e Stajano e Levi Montalcini e Scalfaro. Giovani hanno mandato allo sbaraglio (con qualche maturo consigliere alle spalle) il piddì milanese e poi hanno dato delle finte dimissioni. Giovane giovane, proprio come un twist anni sessanta, doveva essere anche la rappresentanza parlamentare del piddì medesimo, a sua volta decisa da “giovani” che non vedevano l’ora di dare il benservito a Prodi.
Abbozziamo l’elenco? Serra (Achille) se ne è andato (era ben stato in Forza Italia), Calearo pure (era ben leghista), Milana va con Fini, Mantini è andato con Casini, Rutelli via per i fatti suoi e pure un po’ sdegnato (dopo averci fatto perdere Roma; grazie, prego), Fistarol anche lui in qualche sigla di centro, e altri ancora. Scegliere i fedeli agli elettori invece che i fedeli ai capi no, eh? E dove le volete mettere le incorruttibili truppe di Di Pietro? Dicono che faranno una nuova legge elettorale. Ma mi faccia il piacere!, diceva il sommo Totò. Non la rimetteranno mai più la preferenza…Intanto vi comunico che domani sera (venerdì sera, intendo) sarò ospite all’”Ultima Parola” di Paragone. Registrata oggi. Breve passaggio per “La Convergenza”, qualche intervento in inferiorità numerica. Ma insomma, qualcosa lo si è detto. E ciò vi basti.
P.S. Agli amici di Oregina: fatevi sentire, per favore, visto che ogni tanto leggete questo mirabile blog; ho perso l’agendina telefonica di Genova! Aiutatemi a ritrovarvi.
Nando
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