Urca la bomba! Premio Creatività 2010

La bomba, la bomba. Io so…diceva Pasolini. Io so che le bombe le mettono per farle esplodere o come simpatico corredo terroristico da più di quarant’anni. Io so che le mettono “Loro”. Io so che loro sono così stupidi da pensare che nessuno noti, come ha il dovere di fare uno scienziato, che appena il potere è in difficoltà spuntano le bombe. Che sono così tracotanti da pensare che nessuno di “Noi” lo dirà: che le bombe le hanno messe “Loro” perché la prima volta puoi non capire, la seconda puoi avere dei dubbi, ma la terza, la quarta, la quinta, la sesta, la settima, l’ottava volta, vince su ogni dubbio la regolarità assoluta dell’evento, che si fa legge di natura (politica). Speravano negli scontri, che funzionasse la trappola della zona rossa, chissà dov’erano annidati i provocatori con i caschi e chissà che altro in mano, ma stavolta gli studenti non ci sono caduti perché la storia passa mica per niente. Che bello leggere il comunicato del Coisp, sindacato di polizia mai sospettabile di simpatie di sinistra, che definisce Gasparri & C “fomentatori di odio” e “traditori delle istituzioni”. La bomba, la bomba. Trovata in metropolitana. Ma chi ha la mia età lo sa…E inventatevi qualcos’altro, santo cielo: che so, un pappagallo rosso che ripete “morte a Silvio”, o una fionda abbandonata davanti al Senato con su scritto “Ruby Tuesday”. Ma sempre ‘sta bomba… basta. Spremetevi le meningi. E’ come sapere che Mourinho attacca l’arbitro o che la Brambilla ha le autoreggenti, sai che brivido.

A proposito di Mourinho, fa impressione vedere che perfino su Repubblica, per parlare di lui, “edonismo” viene usato al posto di “narcisismo”. Oh, l’italiano, gente mia. Chi parla male pensa male. Perché non costringere almeno i giornalisti a dei corsi intensivi di lingua, prima ancora di chiederlo agli immigrati (pardon: ai migranti)?

Per fortuna il declino non è totale. Pensiamo positivo, dicevo nel post precedente, prendendomi gli elogi di Cinzia blogghista insigne. In fede mia vi dico che gli studenti (e studentesse soprattutto) del mio nuovo corso di Gestione e Comunicazione d’Impresa stanno sbaragliando i miei pregiudizi durante gli esami. Credevo fossero confusionari e caciaroni (per la serie: tutti a Comunicazione) e invece sono preparatissimi e hanno l’orgoglio di esserlo. Che bello vederli così studiosi. E’ vero, a diciassette anni sono sui tram a vociare “minchia che sfigato”,  “ma che testa di c…”, “non mi rompere i c….”. A ventuno però sono già diversi. Diamoci dentro, ché forse oltre ai congolesi perde anche il Bagaglino.

P.S. E non dimenticate: leggete “La speranza del testimone”, delicate poesie di Adriano Sansa, magistrato colto e sensibile oltre che moralista sincero, edizioni il Melangolo. E poi ordinate “Io non tacerò”, scritti e discorsi postumi di un altro magistrato, il grandissimo Antonino Caponnetto, Malampo editore (curato da Maria Grimaldi, in arte Mariaaa). E’ esaurito ma ai primi di gennaio andrà in ristampa. Oggi le giornate ricominciano ad allungare e la biondina torna a casa.

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