Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
Sciopero della fame a Studi Orientali a Roma (ovvero: come ti accorpo le facoltà virtuose)
Comunicato degli studenti di Studi Orientali
Nata il 7 marzo 2001, la prima e unica Facoltà di Studi Orientali in Italia muore il 31 ottobre 2010 a causa dello "statuto Frati", documento che prende il nome dal Rettore della Sapienza, entrato in vigore nel più grande ateneo d’Europa il 1° novembre 2010, e che anticipa i provvedimenti contenuti nel Ddl Gelmini. Dopo una propaganda improntata sulla retorica degli sprechi e dei tagli necessari in tempo di crisi, noi siamo l’esempio concreto che la realtà è un’altra: una facoltà che per i parametri della Gelmini rientrava nella definizione di "virtuosa", con eccellenze tra i docenti, un bilancio in attivo e un numero di iscritti ogni anno crescente, ha perso autonomia e risorse mediante un accorpamento che di fatto ci riporta indietro di 10 anni, frutto solo di una politica indiscriminata di tagli che non tiene affatto conto di criteri scientifici nel riformare l’università, ma risponde a logiche estranee dettate dai potentati economici e politici.
La rabbia e la frustrazione per questo avvenimento, unite al dissenso verso i contenuti della "riforma" Gelmini, hanno fatto sì che, in questi mesi studenti, docenti, ricercatori e personale tecnico-amministrativo della ex-facoltà si siano mobilitati insieme, organizzando assemblee, lezioni alternative e partecipando alle manifestazioni lanciate a livello nazionale e d’ateneo. L’iniziativa originaria di un piccolo gruppo di studenti si è rapidamente allargata formando un movimento studentesco ben organizzato, di cui non c’era memoria nella storia della facoltà. Attraverso assemblee, cineforum, gruppi di studio e altri momenti di aggregazione abbiamo raggiunto le forze necessarie per organizzare l’occupazione, cominciata il 24 novembre e tutt’ora in corso. I giorni e le notti di questo ultimo mese sono stati scanditi da attività di approfondimento e dibattiti su questioni di attualità, ma anche da serate con la chitarra, turni di picchetto e pulizie mattutine delle aule occupate.
Inoltre da giovedì 16 dicembre cinque di noi sono entrati in sciopero della fame, idea ventilata già da tempo, ma che si è concretizzata dopo la votazione della fiducia il 14, per aumentare l’attenzione sui contenuti della protesta in un periodo in cui il movimento studentesco rischia di essere considerato solo come un problema di ordine pubblico. Vista la campagna di certa stampa e le inaccettabili dichiarazioni di esponenti del governo e della maggioranza che soffiano sul fuoco per spaventare l’opinione pubblica e aizzarla contro gli studenti, abbiamo scelto questa forma di lotta nonviolenta e radicale per spiegare direttamente alla gente le nostre ragioni. Infatti, gli scioperanti (che stanno assumendo solo acqua e tè zuccherato) ogni giorno presidiano luoghi diversi di Roma, scelti per la loro valenza simbolica, dove vengono tenute lezioni alternative, che smentiscono anche chi dice che "i veri studenti non scendono in piazza, rimangono a casa a studiare": perché?! studiare in piazza non si può?! E visto che "la rivoluzione non va in vacanza", come ci ricorda il nostro (lui sì, magnifico) ex-preside Masini, il presidio della facoltà continuerà fino al 10 gennaio, vacanze natalizie comprese, insieme agli stessi docenti che hanno dato piena disponibilità per lezioni e dibattiti nel periodo di festa. Il nostro obiettivo è mantenere alta l’attenzione su temi che, anche dopo l’approvazione ormai certa del Ddl al Senato, non possono passare in secondo piano nel dibattito pubblico: la fase successiva che il movimento dovrà affrontare sarà ancora più difficile, ma è proprio grazie a questa consapevolezza che siamo decisi a continuare.
Nando
Next ArticleNatale in casa dalla Chiesa. Presepio alla frutta