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Annalori Ambrosoli. Scene di civiltà meneghina
Dopo Fahrenheit (bravi, bravi!) ho preso l’1 per tornare verso casa. All’andata il taxi aveva fatto la furbata di allungare il percorso per la Rai e mi sono in testa mia “vendicato”. No onestà, no taxi. A una fermata ho visto salire una signora con i capelli bianchi. Mi pareva affaticata. Mi pareva una signora che conosco e a cui voglio bene da tempo. Si chiama Annalori Ambrosoli. La mamma di Umberto, la moglie di Giorgio, l’eroe borghese. Ma ero in dubbio, non volevo fare gaffe. Infagottata com’era, avrei potuto sbagliarmi. Si è avvicinata verso la macchina obliteratrice. Poi ha cercato di trovare una posizione in piedi. Capelli bianchi bianchi ma nessuno si alzava, neanche uno molto più giovane di me che chissà che sforzo erculeo avrebbe dovuto sopportare a stare due fermate in piedi. Si è voltata, l’ho scrutata, ci siamo riconosciuti. Nando! Annalori! Bello ritrovare ogni tanto queste bellissime persone. Che amano l’Italia per la quale hanno sofferto l’indicibile. Poi ci ho riflettuto camminando verso piazza Duomo e oltre. Annalori Ambrosoli anziana, in piedi, sconosciuta da tutti, come tanti altri che meriterebbero onore e fama almeno un po’ più di un tronista. Bisognerebbe cedere il posto a una signora anziana. Bisognerebbe riconoscere Annalori Ambrosoli. Bisognerebbe alzarsi tutti insieme alla sua sola vista: Signora Ambrosoli, si vuole sedere?
Nando
Next Article...che tutte le feste si porta via. Auguri ai blogghisti!