Prove tecniche di rivolta. L’Italia del Palasharp

Bello ieri pomeriggio l’impatto del Palasharp. Strapieno, migliaia di persone fuori, gente che aveva una voglia matta di riconoscersi, e di ricostruire -anche con la sua presenza lì- un’idea del paese. Non proprio come il Palavobis del 2002, che era stato più tumultuoso (ma aveva dietro piazza Navona, qui era il “pronti via”; per le altre differenze leggersi avidamente il mio articolo su “Europa”). Evento grande in assoluto, però. Grazie a Sandra Bonsanti e Simona Peverelli per avere avuto il coraggio di lanciarlo. Causa tempi tecnici non sono potuto intervenire. Avevo da tempo un impegno in una libreria di Erba (la Colombre) per parlare di ‘ndrangheta e Convergenza. Organizzato da Tommaso, un mio allievo di Scienze Politiche. E ho fatto bene ad andarci. C’era un pienone da non credere, con gente ammassata fuori che è rimasta ad ascoltare come poteva.

Se fossi rimasto al Palasharp, chissà, essendo quello il luogo delitto, ovvero della mia prima imitazione pubblica di B., magari mi sarei fatto trascinare dall’istinto. Meglio così. Ho chiesto a Simona di leggere il testo che vi allego. Pare che l’abbia fatto molto bene. Eccolo:

E’ un fatto pubblico l’immagine del nostro Paese nel mondo.

E’ un fatto pubblico il decoro delle istituzioni repubblicane davanti ai cittadini.

E’ un fatto pubblico l’uso delle scorte della polizia di Stato e la loro umiliazione.

E’ un fatto pubblico la sottrazione fraudolenta di un minore alle autorità competenti.

E’ un fatto pubblico l’ingresso privilegiato di una prostituta in una prefettura.

E’ un fatto pubblico il rinvenimento di chili di cocaina in una cantina pagata con i soldi del presidente del consiglio.

E’un fatto pubblico la commissione di reati.

E’ un fatto pubblico la minaccia di punire i magistrati che indagano su quei reati.

E’ un fatto pubblico la ricattabilità senza fine del capo del governo.

E’ un fatto pubblico la sua sicurezza personale.

E’ un fatto pubblico l’uso servile della Rai.

E’ un fatto pubblico l’idea di donna trasmessa dai vertici della Repubblica.

E’ un fatto pubblico lo sconcio inflitto al Paese.

Pubblica davanti al mondo intero dovrà essere la nostra rivolta per restituire onore all’Italia.

(seguono vivi applausi)

 

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