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Forum. Ecco che cos’ho pensato
E io che volevo parlare del Parini, scuola della mia adolescenza…Aveva proprio ragione John Lennon: la vita è quello che ti capita mentre tu la stai programmando… Però con Forum il Parini ha a che fare lo stesso; perché nella sfilza di pareri giunti su questo blog e sulle mail, il tema della buona educazione e del rispetto c’entra di sicuro. Lì insegnanti, genitori e allievi. Qui cittadini dai mestieri più diversi; e me medesimo. Quando venerdì sera o sabato mattina Giuseppe l’indiano di Bari mi ha scritto mandandomi un allegato (Forum, obviously) e chiedendomi che cosa ne pensassi, non ho nemmeno aperto l’allegato; e gli ho replicato con affetto che non mi sembrava molto rispettoso coinvolgermi nelle cose dette in tivù da mia sorella. Vedo però che è scattato un meccanismo a tirarmici dentro. Vi dico allora nell’ordine le cose che ho pensato, con grande sincerità. La prima. Quasi nessuno di coloro che mi hanno scritto mi ha mai mandato due parole di solidarietà o di incoraggiamento o di elogio per cose subìte o fatte da me. Ha avuto decenni a disposizione. Ma mi ha chiamato in causa, non sempre con grande creanza, solo ora per cose non fatte da me. Si chiama buon gusto.
Seconda cosa pensata. Ma che volete da me? Sapere che cosa penso dell’Aquila? Perché, non lo sapete già? Scritto su questo blog, scritto (e come!) nella Convergenza (vedi le pagine sulla Cricca); più il sabato sera della Settimana internazionale dei diritti genovese dedicato proprio al caso aquilano. Terza cosa pensata. Ma come fate a chiedermi di dissociarmi pubblicamente da mia sorella? Io, per quello che conosco Rita (e la conosco…), escludo assolutamente che possa avere richiesto o fatto chiedere -a pagamento, poi!- dichiarazioni in favore di B. Non so che cosa sia successo, e sui passi incriminati ho le mie idee (e ci mancherebbe). Ma Rita, pur dipendente Mediaset, non si è mai dissociata da me, neanche alzando un sopracciglio, né per le lotte che ho fatto contro le leggi ad personam in parlamento, né per gli articoli che ho scritto, né per i libri contro B., né per i comizi, né per le imitazioni. Anche se non li condivideva. E sì che ci do dentro da tanti anni…E io perché ora dovrei fare diversamente? Forse non tutti sono in grado di capirlo (e non per colpa loro) ma è dal settembre dell’82 che il potere più cinico cerca un appiglio per scrivere “divisi i figli di dalla Chiesa”. Chi vuole si veda già l’introduzione a “Delitto imperfetto”, 1984. E io dovrei offrirgli ora questo servizio su un piatto d’argento? Ma non ci penso neanche! L’unità è stata la vera nostra forza nella difesa di nostro padre e nella richiesta di giustizia nei processi.
Quarta cosa pensata. Come dice Riccardo (grazie per l’idea sulle tesi…), la maleducazione e la villania sono il sostrato culturale su cui poggia questo potere. Il suo humus e il suo prodotto. Il suo simbolo è il dito medio della Santanché. L’insolenza tanghera non mi appartiene. E penso che se qualcuno di noi la pratica alimenta il sistema culturale contro cui dice di battersi (la cultura! la cultura! gridano tutti …). Ho già chiarito in passato che cos’è questo blog. E’ un salotto o tinello aperto per i miei amici, anche solo amici in spirito. Che possono dirmi tutto quello che credono, con rispetto. Ma in casa mia non consento a nessuno di farsi ospite per piantarmi un rutto in faccia. Si cerchi uno di quei blog dove malmostosi sfaccendati si accaniscono a insultare il malcapitato di turno. Prima di essere paladino della giustizia sono paladino dell’educazione. Bellezza e giustizia si tengono. Per questo ho disposto che chi ha sbagliato casa venga accompagnato garbatamente alla porta. Ne cercava un’altra. Così resti stabilito. (A proposito del Parini, dove ho passato tanti anni meravigliosi: se dicevo tornando da scuola di essere stato sgridato dai professori saltavo la frutta e la partita all’oratorio…)
Nando
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