I Giusti e le Iene. E Caponnetto, e i consiglieri che si alzano…

I Giusti. Esistono gli uomini giusti, anche se per qualche sedicente cattolico (che dimentica anche la bibbia) aspirare a essere giusti è un atto di arroganza, visto che siamo tutti peccatori. Un bel modo per sdoganare corrotti e corruttori, mafiosi e assessori e medici primari loro amici. Specie in Lombardia. No, i Giusti esistono, dice Gabriele Nissim, che a loro ha dedicato l’ultimo suo libro (La bontà insensata. Il segreto degli uomini giusti; la casa editrice? B., purtroppo…). I Giusti, dice Nissim -così spazzando via le obiezioni di quei “cattolici” che Gesù avrebbe cacciato a pedate dal Tempio-, non sono le persone che non hanno mai sbagliato, ma le persone che nei momenti decisivi sanno trovare il lampo della verità, dell’umana pietà, della riconciliazione… Nissim ha anche fondato il comitato per la foresta dei Giusti, che ogni anno mette una pianta alla Montagnetta di San Siro dedicata a uno di loro.

Oggi 7 aprile, per la giornata mondiale dei giusti, vengono piantati nuovi cinque alberi. Sono dedicati a Romeo Dallaire, comandante canadese del contingente Onu in Rwanda; Jan Karski, messaggero della resistenza polacca; Sophie Scholl, studentessa della Rosa Bianca tedesca;  Aleksandr Solženicyn, premio Nobel per la letteratura; e  Armin T. Wegner, intellettuale tedesco che ha denunciato il genocidio armeno. La mia proposta è che dal prossimo anno ci siano anche alberi dedicati ai caduti della lotta contro la mafia. Anch’essa fa parte del Male assoluto, come le guerre e i totalitarismi.

Un Giusto è stato sicuramente Antonino Caponnetto, di cui la nostra affezionata blogghista Mariaaa (ovvero Maria Grimaldi) ha curato la bella antologia di Melampo “Io non tacerò”, giunta alla seconda edizione. La sta presentando ovunque con successo. Oggi alle 18 sarà a Ranica, nell’aula consiliare, invitata da Libera e dal comitato per la Costituzione di Bergamo. Chi può ci vada senza indugio.

Senza indugio si sono invece alzati mentre parlavo della “Convergenza” alcuni consiglieri di centrodestra legati a candidati sostenuti o promossi (naturalmente a loro insaputa) dalla ‘ndrangheta. E’ successo nell’hinterland di Milano. Non dico il comune per non creare imbarazzi agli amici che hanno organizzato. Comunque finché si parla di Falcone e Cosa Nostra, tutti tranquilli. Quando si arriva alla ‘ndrangheta che colonizza il nord, un bello scatto di reni e svuotamento di due file, loro con consorti e parenti. Che ne dite?

Io, rompendo il riserbo che mi ero imposto in questione, dico che non mi è piaciuto affatto il trattamento riservato a mia sorella Rita dalle Iene. Intellettualmente, intendo. Non avevo visto in diretta, ma sono rimasto orripilato. Puoi criticare, anche andar giù di piatto come la satira impone. Ma non puoi deridere una donna perché ha le rughe dopo i sessant’anni (sbeffeggi le rifatte, poi sbeffeggi chi non si rifà…), dire che tra un po’ avrà l’incontinenza o che ha bisogno di essere ricostruita. E’ vero, come mi spiegò un giorno Michele Serra, che la satira deve sapere essere impietosa. Ma il problema è come. Premesso che per Luca e Paolo provo da anni simpatia da vendere, trovo che mettere una donna alla gogna per i suoi difetti fisici sia un puro rigurgito di mentalità fascista venuto da chissà dove. Se il fascismo è uno stato dell’animo prima che un progetto politico, qui i due hanno tirato fuori -come direbbe Nissim parlando dei Giusti- la loro parte peggiore. Che la parte migliore vinca di nuovo, d’ora in poi.

Leave a Reply

Next Article'Ndrangheta, un'idea per beffarla