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Borghesia moderata. Progetti melampici e sogni personali
Bene, siamo tornati a diciotto anni fa. Candidato dalla Chiesa: ha dietro il Leoncavallo ed è Nando dalla Cosa Nostra (è della Rete, dunque sta con un movimento che ha il cuore a Palermo, dunque è un mafioso, e di suo padre e del resto chi se ne fotte). Candidato Pisapia: ha dietro i centri sociali ed è un similterrorista, le Br oltre che in procura le avremmo anche a Palazzo Marino. Ladies & Gentlemen, questa è la borghesia moderata. Che non ha alcuna capacità di governare Milano ma pretende di continuare a governarla. E per riuscirci mette insieme due imperi economici: quello di B. e quello dei Moratti. Una volta si diceva che la politica era nata per contenere l’onnipotenza dei ricchi. Ora i ricchi si sono presi la politica e sono ancor più onnipotenti.
Ho tra le mani le bozze di un libro che sta pubblicando Melampo. Si intitola “Terre di nessuno” ed è scritto da Paola Arrigoni, oggi ricercatrice sociale di valore, un dì mia laureata a Scienze Politiche con bella tesi in sociologia economica sulle imprese del divertimento sui Navigli. E’ un libro su via Padova, metafora milanese dei cambiamenti delle metropoli europee. Terre di nessuno perché nessuno dall’alto se ne occupa, se non per mandare (ogni tanto) la polizia e per fare ordinanze di coprifuoco. Terre di nessuno anche perché le etnie che ci si ritrovano spontaneamente costruiscono, partendo dal degrado, nuovi modelli di relazioni urbane. Un’esplorazione del possibile, insomma. Di cui alla amministrazione che fa politica urlando di “comunisti” e di “clandestini”, non importa nulla. Tutto lasciato a se stesso. Stefano Boeri ha scritto una prefazione bellissima. E fra l’altro era stata sua, durante le primarie, l’idea di organizzare un grande pranzo all’aperto con quattrocento persone proprio in via Padova. Stefano ridà la conferma di avere una fantasia e una sensibilità da urbanista eccezionali. E io tifo perché, se vincerà Pisapia, sia lui a fare l’assessore all’urbanistica. Conflitto di interessi perché architetto? Io credo che queste cose debbano essere affrontate caso per caso (es: può Veronesi fare, come ha fatto, il ministro della sanità?). Personalmente sogno una Milano ben governata in cui Stefano possa rimettere ordine e armonia, in collegamento con i rappresentanti dei cittadini, con le università, con qualche centro di ricerca all’estero. Non un metro cubo in più. Tutto sul già costruito. Verde. E le funzioni urbane viste in una nuova logica di governo: periferie, poveri, stranieri, giovani, cultura. E sogno pure molte altre cose, nonostante tutto, nonostante sembri di essere ancora a diciotto anni fa.
A proposito di novità Melampo, sono lieto di comunicare l’uscita del bel libro postumo di Gina Lagorio, scrittrice civile e romanziera. Anche lei, donna che veniva dai mondi della Resistenza, approdò un giorno a Società Civile e Libera, finanziandole generosamente. Il libro si intitola “Parlavamo del futuro”, e l’ha curato la figlia Simonetta. Lo presentiamo domenica alle 15 al Salone del libro nello stand della Regione Piemonte. Sarà ripresentato lunedì alle 19 al caffè letterario (sempre del Salone) da Giancarlo Caselli e Marco Revelli.
P.S. Naturalmente, se venite al Salone, passate dal glorioso, inimitabile, formidabile stand di Melampo. Se siete fortunati -e a pagamento- potreste anche ascoltare dalla sua viva voce la celebre interiezione di Lillo: un pastoso m…..azza! E potrei pure offrirvi un caffè
Nando
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