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I referendum e il nonno di Ivano
Grande Ivano e grande suo nonno! Gli avevo promesso che se avessimo vinto glielo avrei messo sul blog, questo suo messaggio, sublime divinazione. E dunque, al colmo della gioia per il trionfo,e ccovi quel che il vate scriveva ieri sera.
"C’è questo vecchietto che si chiama Alfonso. Tra non molto compirà ottantotto anni. Alpino in Montenegro, prigioniero in Germania dall’ottobre ’43 al maggio’45 pur di non andare coi repubblichini, ha lavorato una vita e adesso, benché lucidissimo e con un viso da settantacinquenne privo di rughe, fa un po’ fatica a camminare. Fa l’orto, taglia ancora la legna perché in casa ha solo quel riscaldamento lì, però, insomma, non è più un ragazzino.
E’ mio nonno.
Lui la politica l’ha sempre tenuta lontana da casa. E’ una specie di Grillo ante litteram, uno per cui “son tutti uguali”, frase che in bocca a lui m’ha sempre irritato tanto. A me, che ci lavoro, riserva di solito qualche battuta e un sorrisetto beffardo per i “miei” politici.
Così l’ultima volta che sono andato a trovarlo, il 2 giugno, mi sono preparato a parlare del referendum giusto per sentire la scusa che avrebbe inventato per non andare a votare. E invece.
Invece non ho fatto tempo a entrare in casa che lui e la nonna – altra ragazza ultraottantenne fresca di frattura del femore – non m’hanno neanche lasciato aprir bocca. Mi hanno subito chiesto se per caso mia mamma li poteva portare con la macchina al seggio a votare, che il paese è in salita (prealpi, a uno sputo dalla Svizzera) e a piedi, col bastone, è dura.
Capirete il mio stupore. Tanto più che mia mamma e mio papà – che per i miei nonni fanno qualunque cosa – hanno già le chiavi nel cruscotto e a votare ci andrebbero due volte, potendo. Ma questa del nonno politicizzato non pensavo di vederla: che stia davvero cambiando il vento?
L’idea era di non scrivere niente a nessuno, stavolta. C’è il solito amico leghista, perso dentro l’indirizzario, che poi me la mena dicendo che faccio propaganda. E alla fine è vero perché non mi piace fare l’ipocrita (consapevolmente, almeno) e lo so anch’io che questi referendum sono in buona parte anche un voto contro Berlusconi e il suo Governo. Purtroppo, sia chiaro, perché i temi in discussione sono importanti e meriterebbero di essere letti in sé, non sempre attraverso la lente distorcente del berlusconismo.
E comunque… certo che faccio propaganda, mica è una vergogna.
E’ per questo che ho cambiato idea, e vi scrivo. Perché, scusate, ma quando accusano me e i tanti come me che fanno volantinaggi, gazebo e vanno in giro la sera e la notte a infilare i volantini nelle cassette della posta di essere ipocriti (inizio l’ultimo giro appena spedisco questa) io per un po’ faccio finta di niente ma poi mi stufo.
Ma non fanno lo stesso quelli che mi rimproverano?
Non rifiutano anche loro i quesiti soprattutto perché contrari a Berlusconi?
Non è il Presidente del Consiglio il primo che considera se stesso al centro di ogni discussione politica (mo’ pure il “monumento” vuole, ditemi voi)?
Non è lui a dire che il voto, ogni voto, è un “referendum sulla sua persona”? Va bene, poi se perde si rimangia tutto, ma non è lui il primo, comunque?
Quelli che dicono che la politica del centrosinistra ruota solo attorno all’antiberlusconismo non si rendono conto che in modo uguale e contrario ogni affermazione dei vari Cicchitto, Santanché, La Russa, Capezzone, Brunetta (Brunetta…) e compagnia cantante ruota solo attorno alla santificazione del berlusconismo?
Quest’uomo ci ha colonizzato il subconscio. Ma a tutti però, e per primi a quelli che si credono immuni"……
Nando
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