Prof, me lo firma? E le resistibili carriere

Ehi, da quanto tempo che non ci si sentiva, amici blogghisti. Vi aggiornerò con un po’ di post consecutivi. Ero dunque rimasto a Capri e alla presentazione colà della Convergenza. Nulla vi dirò se non che la presentazione si è tenuta nella più incantevole e romantica terrazza: in alto su scogli, mare, isole e folgorar di luci vespertine. Come direbbero i tamarri, una grande “location”. E vi aggiungerò che a Capri ho conosciuto…Peppino di Capri (e dove se no?). Simpatico e signorile (e ora nessuno mi chieda di invitarlo al tale o al talatro dibattito…). Costumino da bagno nel borsone, ma è rimasto asciutto. Ho lavorato tutto il tempo come un ossesso, viaggi di andata e ritorno in treno compresi.

Ma la notizia vera è che ho fatto il primo appello di Sociologia della criminalità organizzata dopo la conclusione del corso. Ragazzi, che soddisfazione. Preparate e preparati bene assai, i miei numerosi gioielli (quindici trenta e tre trenta e lode, più un gruzzolo di ventinove e ventotto); sapevano il corso e i libri, con pochissime eccezioni. E ci tenevano ad avere un bel voto, e si vedeva che ce l’avevano messa tutta. Ho passato tre giorni interi a fargli gli esami, mandato via al tramonto dai bidelli che venivano a chiudere le aule. Una fatica da spremere: immaginare domande sempre nuove sulla stessa materia, ascoltarli dimenticando l’esame precedente, soppesare le loro parole, guardarli in faccia mentre pensano la risposta, valutarli cercando di ricordare come sono stati valutati quelli prima (tengo opportune memorie sui miei foglietti…). Ma ne è valsa la pena. E vi spiego soprattutto perché. Era il primo appello in cui era obbligatorio usare il voto elettronico. Digiti il voto sul computer, arriva alla segreteria e a loro, e spariscono registri e libretti. Be’, hanno voluto lo stesso da subito che glielo scrivessi sul libretto, il voto, e che glielo firmassi comunque. Vedi un po’ le smanie di modernità che cosa cancellano, anche i rapporti affettivi. Io il mio libretto me lo guardavo e me lo riguardavo, e ogni voto mi ricordava qualcosa: i giorni dello studio, come e con chi e in che notti; le pagine fisiche dei libri e i segni a matita e il sole che ci batteva sopra o la luce artificiale se era notte; l’esame e il suo andamento, e quel cretino o quella brava persona di professore, gli stupendi occhi azzurri della assistente di spagnolo o il viso inebetito dell’assistente di economia…Voto elettronico…Mah…

“Mah” anche di fronte alle notizie che ci arrivano dall’antimafia. Oh, dico, ma qui non se ne può più. Sospetti o indizi sul collaboratore di Grasso a Roma, sul commissario della Mobile a Napoli…Ma chi li promuove questi? Non la mafia, ve lo garantisco, ma le convergenze. Certi personaggi riescono a piacere, a tranquillizzare. Sono malleabili, sono disponibili. E allora li si promuove, meglio loro dei “giacobini”. Solo che poi sono un po’ troppo disponibili…

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