Settimana Internazionale dei Diritti, 7-14 luglio. Venite a Genova per i Giusti!

Lasciamo stare Jolie Alfano segretario o coordinatore del Pdl e parliamo di cose serie. Ma l’avete visto il programma della Settimana Internazionale dei Diritti di Genova, 7-14 luglio? Ma avete visto che effervescenza di idee, quale strepitosa varietà di ospiti da tutto il mondo? Lo ammetto volentieri: abbiamo avuto almeno tre colpi di fortuna formidabili. Non dico quali per non fare torto a nessuno degli ospiti.  Però di una cosa sono orgoglioso: di avere scelto di intitolare questa quarta edizione (indubbiamente la più internazionale di tutte) ai Giusti. Scelta condivisa dai miei bravissimi collaboratori e soprattutto dalla sindaco Marta Vincenzi. Perché finora quella del Giusto era una figura legata biunivocamente alla cultura ebraica: colui che ha salvato ebrei dalla shoah, anche a rischio di alti prezzi personali. Il fatto è che di recente proprio alcuni esponenti dell’intellettualità ebraica hanno deciso di portare questo concetto fuori dal perimetro della loro tradizione. E io mi sono incontrato con loro su questa nuova frontiera. Perché sono stufo marcio di una cultura  troppo bigotta e ipocrita per riconoscere il Giusto; di una cultura che pretende che l’uomo sia peccatore per forza, e quindi alla fine senza colpe per le sue scelte quotidiane. Con il che si legittimano le peggiori nequizie e violenze, specie se compiute “nel segno della croce” o dei poteri dei laici-devoti. No, il Giusto esiste. E non è l’immacolato. E’ semplicemente colui che, con tutti i suoi peccati, di fronte alle ingiustizie della Storia non si volta dall’altra parte ma sa da che parte schierarsi. E’ il San Paolo di ogni giorno.

Andate, marrani, andate a vedere dunque sul sito del Comune di Genova il  programma strepitoso. Si apre e si chiude con due grandissimi intellettuali, Haim Baharier e Boris Pahor, il novantottenne sloveno che gli abbiamo chiesto se se la sentiva di chiudere con un’intervista in pubblico alle dieci di sera e ha risposto: basta che mi facciate mangiare alle sette e poi posso a qualsiasi ora. Dice che i vecchi si devono fare da parte? Vorrò vedere i giovani che verranno a “bersi” la vita di Pahor… E poi le giornaliste che denunciano la violenza assassina dei narcos messicani, con le donne uccise a centinaia a Ciudad Juarez. La figlia della Politkovskaja. Dongfang, il sindacalista cinese di Tienanmen, incarcerato e torturato -cercarono perfino di fargli venire la tubercolosi mettendolo apposta in cella con i tubercolotici- e ora fa la sua Radio Londra da Hong Kong in difesa dei diritti dei lavoratori cinesi. E le maestre che a Milano hanno affermato il diritto all’istruzione dei bimbi rom davanti agli sgomberi allucinati. E la candidata al premio Nobel per la pace 2011, Yolande Mukagasana, rwandese, scampata per miracolo al genocidio dei tutsi. Ma è impossibile raccontare tutto quello che c’è. Andate a vederlo e poi venite a Genova. Naturalmente non mancherà l’omelia civile di don Gallo per i Giusti della lotta contro la mafia. Con la prima presentazione del vino negramaro (di una bontà sopraffina) dedicato a Renata Fonte, la giovane assessore di Nardò (Lecce) che venne uccisa perché difendeva il parco naturalistico di Porto Selvaggio dalla speculazione edilizia. Storia vera, storia di Giusti che hanno pagato, storia di Giusti che hanno anche vinto. Perché i Giusti sono esistiti, perché i Giusti esistono, accidenti, altro che superbia e uomo peccatore…

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