Se il dito medio è di sinistra

Cari amici, stasera chiude la Settimana Internazionale dei Diritti genovese e devo dirvi subito che è stata una rassegna fantastica, al di là delle aspettative. Ve ne parlerò più diffusamente i prossimi giorni perché credo che ne valga la pena. Sono piuttosto orgoglioso (lo dico o non lo dico? ma sì che lo dico…) di avere ideato e portato alla quarta edizione una manifestazione come questa. In ogni caso premo d’impeto la tastiera per comunicarvi altro. Ossia la sensazione di fastidio e di disagio provata stamattina alla vista, sul Fatto, di una pubblicità di una casa editrice progressista. Riguarda un libro scritto da Carla Ferguson Barberini. Titolo: Insultiamoli. Sottotitolo: Il piccolo libro degli insulti alla Casta. Immagine: un signore stilizzato da cui vien fuori un grande dito medio. Ecco: dissento, dissento, dissento. Gli insulti nelle trasmissioni tivù e in politica e nella vita quotidiana sono il segno di un’epoca scellerata che spero in via di superamento. Non dimentichiamo mai che ci sono momenti (quasi tutti) in cui anche le barzellette fanno cultura. Il dito medio è la cosa più volgare di quest’epoca e non per nulla è rimasto l’unico linguaggio disponibile per Bossi. Io ce l’ho con la casta, ma voglia criticarla e allenare a criticarla, non insultarla (col manualetto, poi…). E in ogni caso se devo mostrare il mio disprezzo, se devo –costretto dalle umane cose- insultare qualcuno, il dito medio è un’arma non contemplata, così come se fai la guerra non contempli l’atomica o i gas nervini. Altrimenti B. cadrà e noi rimarremo tutti berlusconizzati, fatti a misura della sua cultura. I libri servano a progredire e non a regredire. Così ho detto e di ciò amici, scettici e discepoli prendano nota diligente assai.

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