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Il primato dell’Ostellobbello. E quello del sandalo (dal vostro corrispondente in Danimarca)
Bene, sto partendo da Copenhagen (vedete bene dove sta la “h”, ché pure nelle guide la cambiano di posto…) e mi ingegno come posso per farmi avere mie notizie, che a mia volta non ne ho dall’Italia da circa tre giorni. Che cos’ha detto? Chi stanno indagando? E le borse? E le valigie? E l’opposizione? Non per qualunquismo, ma vivo benino lo stesso, ogni tanto ce lo si può permettere. Chi sta lavorando sodo sodissimo intanto è il Gracco. L’ho lasciato a Milano tra progetti e pitture murali perché, signore e signori, a metà agosto aprirà l’Ostellobbello!!!! Vedeste che amore e che ironie in quell’ostello che finalmente porterà a Milano un po’ di spirito ospitale verso lo straniero con lo zaino. Complimenti a lui e ai suoi due soci, Pietro e il Ceri magnifici. In fede mia vi dico che stanno dando vita a una straordinaria impresa giovanile. Che stanno sfidando la più formidabile legge di gravità: quella della burocrazia italiana, disegnata da un pazzo incaricato di una missione demoniaca, “tu impedirai che sull’italico suolo alcun giovinetto possa mai compiere mirabili imprese care agli dei”. Bravi, sarete festeggiati come meritate.
E devo dire che, andando per suolo danese con la biondina, Dino, Maria Luisa e le sorelline Martin, spesso mi capita di fare paragoni con i servizi del Gracco. Ecco, non c’è il wireless e lui ce l’ha; ecco, guarda che doccia e pensare che lui le ha fatte in quel modo. Ahi ahi, essere padre…Ma anche che cosa vuol dire essere professore. Provo una voglia matta di venire a tenere un corso in una università danese. Sogno, come quando ero giovanottino, di vivere in un abbaino sul mare con il pavimento zeppo di pile di libri. E di leggere senza dovere scrivere. E leggere e leggere e leggere solo prendendo appunti. E una biblioteca universitaria in legno, romantica, aperta giorno e notte, e dieci o quindici studenti-studentesse da formare per intero, non sei ore di lezione alla settimana per tre mesi l’anno. Dopodomani saremo ad Arhus, città universitaria per eccellenza, e son certo che queste fantasie mi scalderanno.
E infine: dall’università ai giovani, alle giovani. Sto seriamente rivedendo la mia tesi che le ragazze italiane siano le più belle del mondo (in competizione possibile solo le spagnole). La danesi danno un colpo d’occhio di grande effetto estetico, moltitudine in movimento, biciclette leggiadre o mamme con bimbi ancora più belli di loro. Dice: ma a cinquanta sono grasse, mica come le donne italiane. D’accordo, ma a venti-trenta son così…Anche grazie a loro, ma non solo, perché anche sotto influenze italiche, ho pure irrevrsibilmente deciso che il sandalo batte il tacco-dodici-centimetri per ko. Il tacco avrà la sua presa provocante ma il sandalo ha una classe incomparabile. Il tacco è femmina, il sandalo è donna. Oh, l’ho detto. Buone giornate a tutti.
Nando
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