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Da Tel Aviv, da Hebron. Viste in diretta con occhi di pace
Ieri sono stata a Hebron, in Palestina. Non è un paese come gli altri,là vivono 4500 palestinesi,500 ebrei e 4000 soldati israeliani. Praticamente i coloni ebrei hanno 8 soldati pro capite. Tutto questo perché c’è la Tomba di Abramo,sacra per entrambe le religioni. Il paesaggio è desolante,il paese è praticamente deserto e distrutto ed è sotto assedio militare. I soldati non sono sull’attenti,portano le mitragliatrici come fossero zaini e ciondolano qua e là. Non hanno paura,come se fossero abituati all’idea della morte. Ieri, io e le mie due amiche,eravamo le uniche turiste. Ad ogni posto di blocco ci chiedevano non da dove venissimo,ma a quale religione appartenessimo. Quando dicevamo "nessuna" ci guardavano allibiti e ci chiedevano perché fossimo lì. Non potevano comprendere,né, ovviamente,gliel’abbiamo detto,che volessimo vedere che diavolo fosse Hebron. Hebron è un luogo dove ti sembra impossibile pensare che il mondo possa essere giusto. Questo è Hebron. I militari tengono sotto controllo con metal detector e tornelli anche la parte musulmana,dalla moschea al suk. Non ho mai avuto paura di andare nè in Israele nè in Palestina,ieri ne ho avuta. Perché mi sono resa conto di essere in preda alla follia umana. Perché se a qualcuno girano le palle, e di motivi ce ne sono, sei davvero in pericolo. Però credo che tutti dovrebbero andarci, perché è l’emblema di un conflitto di cui troppi parlano e che pochi conoscono. Quando sono tornata a Gerusalemme ero sconvolta. Ho cercato di rilassarmi sul terrazzo dell’ostello, un gioiello scavato nella pietra nella città antica, guardando i tetti della città e ascoltando il Muezzin, ma avevo solo una gran voglia di scappare da un posto pregno di una spiritualità che ammette tutta quella disperazione. Si parla sempre di filoisraeliani e filopalestinesi,ma ci si dimentica della cosa più importante al mondo,la filantropia. Qua non esiste.
Ora sono di nuovo a Tel Aviv. Da un mese la via centrale, come altri posti, è piena di tende con persone che dormono là per protestare contro un governo che sta mettendo economicamente in ginocchio la popolazione. La gioventù israeliana,e non solo, manifesta anche per la Palestina. È una dimostrazione immensa e pacifica, come non si vedeva dai tempi di Rabin. Guardi quelle persone e speri con tutto il cuore che le cose qua possano cambiare realmente, speri che loro possano insegnare al mondo intero il concetto di pace, dopo che hanno spiegato,meglio di chiunque altro, quello di guerra. Intanto oggi hanno fatto un triplice attentato a Eilat e il ministro della difesa Barak ha già promesso un risposta durissima a Gaza.
Nando
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