Libera e bella (e scomoda). A voi il governo tecnico

Settimana assai impegnata fu. Conclusa con la giornata e mezzo di Libera a Torino sulle mafie al nord. Ragazzi, quando vedi il gruppo Abele, la sua struttura, i suoi uffici, i suoi servizi, pensi che don Ciotti ha fatto davvero i miracoli. E ancor più lo pensi quando vedi le altre strutture di accoglienza realizzate a Torino, in posti lindi e belli. Le mattonelle di risulta scelte da lui, i dieci tir riempiti di corsa da lui e dai suoi collaboratori per portar via nel tempo concordato il mobilio regalato dall’albergo smantellato a Cortina. E tante altre cose di vita quotidiana da lasciare a bocca aperta. Comunque sono stati seminari e incontri importanti, che ho a sorpresa allietato alle undici di sera con lo spettacolo sui “Pensieri da presidente” (l’amico prete me lo farebbe imitare tutte le ore…). Mi sto convincendo, a proposito di Libera, che in qualche ambiente di governo tira un’aria non esattamente buona nei suoi confronti, specie sulla questione dei beni confiscati e sulla loro destinazione sociale. Come se invece di riconoscerle di avere aiutato il paese intero a fare un salto di civiltà, si volesse tornare indietro; e non solo per far cassa vendendo i beni. Né è l’unico problema. Giustamente don Ciotti ha chiesto perché non sappiamo quasi nulla dei beni mobili, ossia dei soldi confiscati ai boss. Dove vanno a finire? Perché non destinare anche quelli a scopi molto precisi e pertinenti, come l’aiuto ai collaboratori di giustizia, ai familiari delle vittime, alle investigazioni antimafia?

Per fortuna il governo sta tirando le cuoia. Non basterà, ma la fine di questa tragica barzelletta sarà già qualcosa. Ci mancavano ancora i segreti della dacia e la fidanzata del Montenegro…Vedrete che si arriverà alla sfiducia in parlamento e che ci sarà un governo tecnico (90 per cento Mario Monti), con nascita di nuovi gruppi parlamentari. E non ci saranno colpi di coda. I servizi hanno un fiuto terribile, si schierano con i vincitori di oggi o di domani. E B. non è più il vincitore né per oggi né (ancor meno) per domani. Nessuno può avere interessi di carriera a rendergli indecenti servigi. E’ in arrivo, come in tanti avevamo previsto, la stessa fine di Craxi; il quale almeno non inflisse all’immagine del paese i colpi micidiali che, sospinto dal libero voto degli italiani, ha inflitto l’amico di Putin.

Intanto la biondina è andata nella natia Sicilia e non ha nemmeno fatto il biglietto di ritorno. Virilmente ne approfitterò per finire di scrivere il libro iniziato nell’amata Stromboli e poi addormentatosi nel computer (mistero, ancora mistero sul contenuto). E prima o poi vi racconterò ancora di quella meraviglia dell’Ostello Bello. Buon inizio di settimana.

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