Assenze e presenze (cattive tutt’e due). E auguri….

Ve l’avevo detto che andavano verso la crisi. Non che ci volesse molto a prevederlo. Ma c’è sempre chi teme l’eterna durata di un Berlusconi asserragliato nell’olgettina-bunker, e non ha tutti i torti. Però è da più di una settimana che ho le mie informazioni e soprattutto che ho decrittato silenzi e mimiche di alcuni personaggi che si riveleranno centrali in questa vicenda. In ogni caso un fatto resta scandaloso: il numero delle assenze che si registra nell’opposizione ogni volta che ci sono votazioni che possono risultare decisive. Qui propongo che si faccia una raccolta di firme perché vengano dichiarati incandidabili coloro che hanno meno dei due terzi delle presenze in aula (attenzione, le presenze non sono le votazioni; ne puoi fare cento in un giorno e poi non esserci per due giorni dove si vota in tutto tre volte). E’ troppo pretenderlo, visto che vanno in parlamento senza nemmeno passare per il voto popolare?

Intanto la ‘ndrangheta, come qualcuno avrà letto sui giornali, ha dato alle fiamme un centro sportivo comunale a Milano. Motivo suggerito da alcuni investigatori: l’allontanamento della gestione precedente, giudicata a rischio infiltrazioni. Be’, è un bel salto di qualità. Qua si passa dai locali privati ai locali delle istituzioni, che dunque vengono sfidate direttamente, fregandosene delle possibili ripercussioni (inasprimento dei controlli). Troppa impunità, troppe complicità pregresse. Domani manifestazione subito promossa dal consiglio di zona. Chi può si faccia trovare a villa Litta ad Affori alle 18.15. Milano protesta contro la mafia sotto casa. Era ora. Mentre il comitato antimafia di Pisapia (quello di cui faccio parte; gratuitamente, come tutti gli altri) si insedierà venerdì pomeriggio. E non credo proprio che non conterà niente.

Ieri era il compleanno del cacciatore di stelle che nel cuor mi sta. A lui auguri stellati. Ma auguri da questo blog anche a nonno Robertoli, ospite insigne. E un saluto tranquillizzante alla mamma di Gianpy (non Tarantini), che si era preoccupata assai per le mie sorti: aveva letto sulla copertina dell’Espresso “Condannato dalla Chiesa”. Ma la copertina si riferiva a B., “condannato dalla Chiesa/ e mollato dagli imprenditori”. Ohibò, che cosa non fanno le parole…

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