Ridere dei Puffoni. Il raid mafioso a Latina contro Libera. E la terza guerra mondiale

 

Abbiamo proprio poco da fare i patrioti offesi per le risate incontenibili di Sarkozy e della Merkel davanti al nome di B. No, non è stata offesa la nazione italiana, come B. cerca di far credere. Ci è stata data spontaneamente, e  nella forma meno immaginabile, la misura della stima goduta nel mondo dal nostro presidente del consiglio. Quello che Piero Ricca appellò, in un indimenticabile giorno al palazzo di giustizia, “Puffone”. E invece di alzar la voce e protestare, i bennati che lo sostengono ma anche quelli che lo hanno votato dovrebbero chiedere scusa agli italiani. Perché così in basso non ci eravamo caduti mai. Lo zimbello, lo zerbino mentale, questo è oggi nel mondo il capo del governo della democrazia “nata dalla Resistenza”. Morto Gheddafi, gli resta giusto il pari grado Putin con i suoi dittatorelli satelliti. Io dico che ci vorrebbe una colossale, grandiosa class action  per danni morali agli italiani. E che se ci fosse un comitato, un gruppo di pensionati con un po’ di tempo a disposizione che si prende il ghiribizzo di organizzarla, si prenota una medaglia fulgida e sincera all’onor della Repubblica (ehi, Gianfranco, lo faresti un gazebo?).

 

Si ride e si piange. Perché questo è anche il governo che ha detto no alla proposta di Maroni, ossia del ministro dell’Interno, di sciogliere il consiglio comunale di Fondi, capitale di ‘ndrangheta e camorra. Se non si fosse ben capito: il ministro dell’Interno, forte di un rapporto del prefetto, si presenta in consiglio dei ministri e chiede lo scioglimento del consiglio comunale di Fondi. Il consiglio dei ministri gli risponde di no. Perché i rapporti tra clan e politica sono troppo forti. Perché la ‘ndrangheta è troppo forte, insieme alla camorra, in tutta quella fascia del Lazio. Sabaudia, Fondi, Latina. Li hanno fatti crescere come in Brianza, come in provincia di Milano, e hanno fatto quel che han voluto. Così l’altra notte la mafia, quale non si sa, “loro” comunque, gli intoccabili, hanno devastato il Villaggio della legalità di Borgo Sabotino a Latina. Tutto distrutto, dai vetri ai computer, nella struttura di quattro ettari affidata a Libera. Un gesto di coraggio. Un raid che ha dietro di sè esattamente quella decisione del governo, il fiuto dell’impunità assicurata da un gruppo di ministri (e di ministre) che quando si parla di mafia non stanno a sentire nemmeno il loro collega degli interni. Se parla Romano, statene certi, gli danno più retta. Emergenza Latina, dunque. Ma mi dicono che ormai i clan calabresi si stiano impossessando anche di quartieri di Lugano. E allora vi dico che se ci sarà una terza guerra mondiale giusta sarà quella contro la ‘ndrangheta ormai lanciata alla conquista di tutto. Non dimenticatela questa idea, perché ha più senso storico di quanto le si possa riconoscere per inerzia mentale. Mercoledì sera se ne discuterà (non della terza guerra mondiale, della ‘ndrangheta a Milano) a Palazzo Marino, per merito del sito “Qualcosa di Sinistra” dedicato a Berlinguer da Pier Paolo Farina e del gruppo consiliare comunale del movimento 5 Stelle di Mattia Calise. Il sottoscritto si accompagnerà nell’occasione con Pino Masciari, Ivan Cicconi, Giulio Cavalli, Francesco Greco e la propria prodigiosa laureata d’un tempo Antonella Mascali. Se non ci sentiamo prima ci vediamo lì.

 

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