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Macchennesoio di Cossiga! Telchì le presentazioni di Genova e Milano. E la Germania colabrodo
Uffa, questi giornalisti. Non si dice “settimana prossima”.
E tanto meno lo si scrive, come ho letto con raccapriccio su un grande
quotidiano. D’accordo che i brubrù della lingua italiana si esprimono in quel modo.
Ma voi direste mai “mese prossimo” o “anno prossimo” o “giorno scorso”? No,
perché nati non foste per viver come bruti. Direste “il giorno scorso”, “l’anno
prossimo”. E insomma, già la lingua declina di brutto, con “finalizzare” (usato
per “concludere”) e “attenzionare” vari.
Per favore basta. Giornalisti, dicevo. Ho iniziato a tenere un diario
fedelissimo di quel che vedo e sento direttamente di loro. Che nulla hanno da
invidiare ai politici sì bistrattati (e con ragione). Ma state un po’ a sentire:
vi pare possibile che il direttore di un quotidiano politico possa rispondere
che non viene a presentare “Lo Statista” perché “ma che ne so io di Cossiga!”?
A parte il gentile invio al medesimo del libro, che si legge in un giorno (provare
per credere), ma può mai esistere che un giornalista diriga un quotidiano politico
e nulla sappia di Cossiga Francesco, che si è piazzato ai vertici della vita
politica della Repubblica per quarant’anni? Unico a essere stato ministro dell’Interno,
capo del governo, presidente del Senato e presidente della Repubblica? Come
dire: e che ne so io di Andreotti, di Berlusconi, di Napolitano, di D’Alema, di
Prodi? Della serie: in che mani siamo. Quando leggete i giornali, meditate gente,
meditate.
Fastidioso assai questo libro, che interroga insieme politica e stampa, diciamo
la verità. Così come fastidioso fu il Mantova Musica Festival nel 2004, che era
contemporaneamente contro B. e contro la Rai. Mai tutt’e due insieme. Tu andavi
dai cantanti della sinistra, i più anti-B. possibile, ma l’accoppiata metteva
paura. Be’, io “Lo Statista” lo presento lo stesso. Lo farò a Genova venerdì
prossimo, 13 gennaio, alla Feltrinelli
alle 18, con Franco Monteverde (Repubblica) e Roberta Olcese (Il Secolo),
presente la sindaco Vincenzi. E poi farò un pregiato bis mercoledì 18 allo
spazio Melampo, ore 21, con Gianni Barbacetto e Giuliano Turone. Turone (lo
sapevate?) venne accusato da Cossiga della cosa più pazzesca: di avere, da
magistrato che indagava sulla Loggia di Gelli, strappato dall’elenco della P2
il foglio dell’iscrizione di mio padre. Che, secondo il presidente eversivo, solo
grazie a questo reato poté risultare estraneo al famoso elenco. Saranno
scintille.
Non sono state scintille stasera alla presentazione del libro di Petra Reski.
Ma interessante la sera lo è stata sì. Questa storia della Germania che è
ancora peggio della Lombardia nel negare la presenza della mafia sul proprio
territorio è quasi sconvolgente. Uno dice: i tedeschi, la polizia tedesca, la
legge tedesca…E immagina la ‘ndrangheta costretta in cantina, accucciata in attesa
di potere tirare il fiato. Macché! Fa quello che vuole. Mario detto Montblanc
diglielo: chissà che cosa vuol dire nel mondo, nella storia dell’umanità,
essere classe dirigente…In ogni caso oggi è il compleanno della minore dei
gracchi e io qua intendo onorarla come si deve, perché bella ella è e di
gentile aspetto…
Nando
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