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Vincenzo Consolo
Se ne è andato Vincenzo Consolo. Mi prende un certo disagio
a dovere ricordare una dopo l’altra persone che stimo, e ogni volta di più mi
sembra che la vita e la morte siano in fondo la stessa cosa. Ho raccontato
questo grande e generoso scrittore sul Fatto di oggi. Metterò l’articolo qui
sul Blog domani pomeriggio, secondo gli accordi che ho con il giornale. Voglio
che tutti sappiano, al di là dei grandi meriti letterari, che Consolo con
umiltà e modestia è stato tra i sempre presenti dei movimenti civili di questi
anni. Mai una firma negata a una causa giusta, ma soprattutto molte presenze
dirette sulla strada, in piazza, sulle scale del palazzo di giustizia. Non l’intellettuale
che firma e manda avanti, ma l’intellettuale che viene e resta e non chiede
spazi per sé, anche se è sempre disponibile a spendere comunque la sua parola.
Consiglio a tutti Lo Spasimo di Palermo,
del 1998. Bellissimo. Non l’ho scritto ovviamente sul Fatto ma qui lo posso
dire: devo a lui l’idea delle Ribelli.
Eravamo al salone di Torino a presentare il libro di Rita Borsellino e lui fece
un intervento magnifico sulla donna siciliana che nella sua ribellione dolorosa alla mafia sembra la
protagonista di una tragedia greca. Fece l’esempio di Francesca Serio, la madre
del sindacalista Salvatore Carnevale. Io pensai che aveva ragione, che io
alcune di quelle donne le avevo conosciute e che era giusto dedicar loro un
libro. Lo scrissi (ovviamente) a Stromboli in estate e in dicembre venne lui -non
potevo chiederlo che a lui- a presentarlo alla Camera del lavoro di Milano.
Oggi penso che nemmeno una città come Milano possa permettersi di perdere in un
mese due intellettuali liberi come Bocca e Consolo senza trovarsi più povera.
Purtroppo la mediocrità sale senza scampo dal mondo delle fortune economiche incontrollate
come dal mondo della politica, fradicio di corruzione e di ignoranza. Ma ci
tornerò su un altro post. Qui non voglio guastare un tributo di amicizia che va
a Vincenzo, scrittore di fantasia e di passione, ma anche a Caterina, la sua
compagna, e a Nino, il nipote carissimo.
Nando
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