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Decennali di rivolta e Ribelli da teatro. Tra neve e Gracchi
Note e poi ancora note da zibaldone. Vado di corsa, in partenza
per Reggio Calabria. Ancora sul
presidente Scalfaro. Dopo avere visto la villania con cui è stato trattato, e
il poco ardimento con cui è stato difeso, chiederò di incontrare la figlia
insieme al mio Gracco. Per esprimere la gratitudine della nostra famiglia, che
è molta e ha molte ragioni. Poi: la neve è una cosa meravigliosa. Quando copre
distese immense, quando fa l’effetto presepio, e quando si adatta creativamente
alle mille figure che ornano e riempiono una città. Stanotte notavo che a
Milano le biciclette in sosta facevano l’effetto di aquilotti, con i manubri
che si levavano come ali bianche e ferme e i cestini che si riempivano facendo
da becco informe . Mentre le moto, specie se con il parabrezza (e la stagione
aiuta), si tramutavano in lama bianchi o capre imbizzarrite. Meno bello che
treni e aerei ogni anno vadano in tilt “perché sta nevicando”. Ogni anno, dico.
Ma perché? In Svezia, in Russia, in Finlandia, che succede? Fermano tutto per
mesi? Ohibò, il paese che vuole l’alta velocità…
Vado di corsa. Si lavora per arrivare nel modo migliore possibile alla grande
giornata del 17 di marzo a Genova. L’altro ieri sono stato a Finale Ligure. Incontro
con le scuole, poi con i consiglieri comunali di tutta la zona, poi serata
pubblica (grandi Tiziana e Luca!). La giornata sta maturando, c’è fermento, lo
si coglie, può pure dilagare nelle coscienze. Visto anche ieri sera a Ivrea.
Neve ovunque ma la gente c’era lo stesso, compresi molti giovanissimi di Libera.
Anzi. Vi do una notizia che a me pare splendida assai. La sera del 16 marzo a
Genova, dopo la veglia dei familiari, al Carlo Felice verrà rappresentata la
versione teatrale delle “Ribelli”. E sapete chi la interpreterà? Lella Costa! Grazie a Margherita Rubino, che
ha fatto la riduzione teatrale e il tutto ha organizzato con sapienza suprema.
Lo confesso o non lo confesso? Portare in teatro “Le Ribelli” era un mio pallino.
Ma così, in quella data, in quel luogo e con quell’attrice mi sembra quasi un
sogno. Aspetto di vederlo.
Un sogno sembrava al Gracco fare il suo Ostello Bello. L’ho appena visto su La3
con i suoi soci raccontare il progetto. Soddisfazioni. Come il corto (titolo “RARO”)
realizzato dalla minore dei miei gioielli, che ho potuto vedere privatamente e
che mi ha coinvolto sul piano artistico-emotivo. Un po’ femminile, ma pazienza
se non ci arrivo, bisogna sempre imparare.
E non dimenticate una cosa, che il prode Stefanoski non ha dimenticato. Oggi
sono dieci anni dalla celebre manifestazione di piazza Navona, che organizzai
alla testa di altri parlamentari e diede il via definitivo alla stagione dei
girotondi. Diedi la parola a Nanni Moretti e mi fu fatta pagare, per non averlo
subito contraddetto (“con questi dirigenti non vinceremo mai”). Ma l’onere e il
rischio dell’organizzazione me lo assunsi io. Per questo da ieri vado
orgogliosamente in giro con la regimental che avevo addosso quel pomeriggio di
rivolta. Non lo sa nessuno. Ma io sì. E tanto mi basta. P.S. A proposito,
ricordate: il 12 febbraio si elegge con primarie il segretario regionale del Pd
del Lazio. Non so chi siano gli altri. Ma un candidato è Giovanni Bachelet. Ricordate:
un uomo una garanzia!
Nando
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