La meglio gioventù, n.2. Tutti con gli studenti antimafiosi e don Ciotti lunedì 13

 

Ehi, qui dovete proprio venirci. Vi ricordate “La meglio
gioventù”, la manifestazione che organizzai lo scorso febbraio per presentare
in pubblico le migliori tesi in Sociologia
della criminalità organizzata del 2010? Ebbene, si rifà. Naturalmente per le
tesi del 2011…Ma quest’anno non più allo Spazio Melampo bensì alla Facoltà di
Scienze Politiche, via del Conservatorio 7, che resterà aperta eccezionalmente di sera (lunedì 13 alle 20.30), perché al
preside Checchi l’idea è piaciuta assai. Se vi siete rotti l’anima di sentire
parlare dei giovani come lavativi senza ideali, come paperotti che escono
dall’università senza sapere niente, questa è l’occasione buona per
rigenerarvi: veniteli a sentire! Tiratevi su il morale. Non siate avari né con
loro (che non lo meritano) né con voi stessi. Non potranno esporre le loro tesi
tutti i laureati, per ragioni di tempo (sono quarantuno), ma sarà la festa di
tutti. Che riceveranno libri gratis sull’argomento (e chi sono io, Babbo Natale?…)
ma in particolare saranno ringraziati tutti da don Luigi Ciotti che verrà
apposta a esprimere loro la sua riconoscenza per l’impegno profuso su un tema
spesso negletto dalle classi dirigenti; oltre che la sua gratitudine per le
conoscenze in più offerte comunque al Paese. Con don Ciotti, insieme al preside
e al vostro anfitrione, altri due ospiti di eccezione: il presidente del
consiglio comunale Basilio Rizzo e il senatore Antonino Caruso, membro milanese
della commissione parlamentare antimafia.
Pensate che alcuni laureati verranno apposta per festeggiare quella sera da
Catania, da Roma, dal Belgio! Auguro loro e auguro all’Italia che sappiano
mantenere intatto quest’entusiasmo e questa voglia di analizzare, capire e
partecipare. E voi segnate in agenda… Fra l’altro sentirete dire cose che
ancora non sapete, e che finiranno sui libri e nelle inchieste specialistiche
tra uno o due anni.
P.S. Con l’occasione voglio ricordare una giovane che non c’è più. Aveva 87
anni e, l’ho saputo in ritardo, se ne è andata qualche giorno fa. Parlo di
Giovanna Terranova, moglie del giudice Cesare, ucciso a Palermo nel 1979. Reagì
a quel delitto, che anticipava una lunga scia di sangue, fondando l’Associazione
delle donne siciliane contro la mafia. E stando sempre in prima fila, per
quanto l’età le consentiva. Grazie ad Anna Puglisi per avercela raccontata.

 

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