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Quando si dice i gracchi…Santa Dora & C.
Sono in ritardo ma so che lei mi capirà. Oggi (ieri per
sei-sette minuti) era santa Dora. Auguri, auguri, e ancora auguri alla minore
dei Gracchi. A colei che impreziosisce il mondo, che quando entra in una casa
con la sua risata innocente e dissacrante
illumina umori e pensieri. Ricordo un’espressione trovata in letteratura
latina, scritta da chissà chi per chissà chi (se vi viene in mente ditemelo),
che mi sembrava stupenda poesia: delizia del genere umano. Esattamente questo è
la mia assistente alla regia-regista-sceneggiatrice preferita. Non solo per il
corto che ha realizzato, che in fede mia sfonderà in qualche festival. Ma per
quel che sta preparando, senza che niente di più possa dirvi, in occasione del
trentennale del nonno, che lei non conobbe.
Se oggi queste cose scrivo è anche perché, sentendola parlare e progettare, sono
rimasto incantato dalla sensibilità e dalla intelligenza delle cose. E non
ditemi che i padri sono sempre così con le figlie, perché qui tesserei eguale elogio
del Gracco maggiore per qualcosa di importante che stasera è accaduto, se solo
lui me lo consentisse. Ma vuole giustamente essere il primo a raccontarlo al
mondo. Auguri a tutti e due, dunque. E auguri a tutte le Dore che condividono
un suono a me sì caro. Perché, come prescrive il nome, siano doni per le
persone intorno a loro.
Nando
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