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Cose belle dopo la neve. E l’effetto-Monti sui clan (a proposito di Olimpiadi)
Lo so che non vedete l’ora che vi ragguagli sulla serata
della “Meglio gioventù”. Be’, è stata una serata stupenda. Un clima di festa
autentica. Tutta la sala lauree piena, con sedie in aggiunta e gente in piedi.
E in mezzo giovani che si sono impegnati a fare tesi di laurea su argomenti
difficili, molti di loro dediti al volontariato civile, legati anche da
rapporti di amicizia o quanto meno di solidarietà nati in aula o nel corridoio
davanti alla mia porta. Presentazioni intelligenti, geometriche, alcune un po’
emozionate. Il pubblico con la faccia più volte incantata. Il senso di una
grande impresa collettiva che è solo agli inizi. Don Ciotti alla fine ha tirato
fuori una battuta splendida: per questo sai tutte quelle cose, grazie ai tuoi
studenti. Battuta con un grande fondo di verità. Perché in realtà gli studenti
non si limitano a studiare ma producono conoscenze nuove. E questo in una società
superficiale e chiacchierona come la
nostra, ha qualcosa di grandioso. Come quel che ho visto oggi al liceo
artistico “Luzzati” di Chiavari. I famosi cento passi verso la giornata di
Libera del 17 marzo. Vi si rappresentava “Ma che ci fa la mafia a Genova?”,
spettacolo teatrale nato da una mia idea e che un paio d’anni fa avevo fatto
produrre dal comune di Genova. Il protagonista è Fabrizio Matteini, attore
teatrale, che ha messo a punto il testo e lo interpreta con accanto un bravo
musicista di nome Filippo Gambetta. Credetemi: bellissimo e di grande impatto,
ironico e documentatissimo. Credo che il costo non sia alto. Invitateli, perché
i ragazzi erano incollati alla scena. Quando ho preso la parola, l’attenzione
era già alta e si coglieva ben spessa nell’aria. Certo, dove insistono a dire,
come fa Scajola, che la mafia non esiste e che non c’è nemmeno una sentenza,
Fabrizio non è ben visto e non lo invitano. Non sia mai che convinca la gente
del contrario…
Io invece mi convinco sempre di più che per fermare od ostacolare i piani di
mafia e ‘ndrangheta non è necessario fare “la lotta contro”. Basta fare bene il
proprio dovere. Prendete Monti. Di questa materia non parla quasi mai. Però,
scusate, ci avete pensato a che legnata ha tirato ai progetti dei clan dicendo
di no alle Olimpiadi di Roma? Chissà che cosa si aspettavano di opere e
movimento terra, di subappalti da sanguisughe. Eran già tutti lì a lubrificare
contatti e canali politici. Altro che i mondiali di calcio del ’90. Ecco, in
questa Italia dove sembra che l’economia, per crescere, debba essere continuamente
drogata dagli sprechi e dalle opere faraoniche inutili (che si
autofinanziano!!!), Monti con una decisione responsabile ha gelato tutti: i costruttori
abituati a ottenere tutto e le seconde file in armi. Dispiace, le Olimpiadi
romane dei miei dieci anni furono un sogno, lo giuro, e mi sarebbe piaciuto
riassaporarne anche solo un po’ lo spirito. Ma le osservazioni di economisti
seri come Tito Boeri non fanno una grinza.
Dimenticavo: fra tante ingiustizie il processo Eternit, dopo il processo
Thyssen ci dà qualche speranza in più. E anche la nomina di Pignatone alla
procura di Roma. Deo gratias, vien da dire. Era ora!
Nando
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