Filippo il crotonese, volontario alla John Lennon.

 

Il Fatto Quotidiano
12.2.2012
Come diceva John Lennon? Che la vita è ciò che ti accade
mentre tu la programmi? Ecco, per lui è esattamente così. E l’ha imparato
talmente bene che ha rinunciato a programmarla. Tranne l’essenziale. Per il
resto emergenze a manetta. Lui è uno di quei leader civili di cui in Italia non
parla nessuno ma che guai se non ci fossero. Soprattutto in una Calabria in
disperata lotta per la civiltà delle regole. Filippo Sestito ha 44 anni, un volto
da Magna Grecia tra capelli semiricci occhiali e barba, ed è il presidente
dell’Arci di Crotone. Una passione adolescenziale per l’impegno pubblico quasi
ereditaria, visto che il padre -Mario, avvocato- fu parlamentare comunista per
due legislature. Anche Filippo aveva incominciato a studiar legge
all’università. Poi ha smesso, risucchiato dai movimenti. La Palestina, la pace,
l’articolo 18 e, sempre di più, le due grandi questioni che ormai lo tengono
mobilitato in permanenza: gli immigrati e l’ambiente.
“Uno pensa all’Arci che programma le sue attività culturali e ricreative. Ma
qui siamo impegnati sulle emergenze, sempre in affanno. Il centro Sant’Anna di
Isola di Capo Rizzuto è uno dei più grandi centri di accoglienza d’Europa. Sono
più di 1200 posti, con problemi enormi, di asilo, di assistenza legale. Una
volta non si poteva né entrare né uscire dal campo, solo nel 2007 si riuscì a
fare aprire i cancelli, per raccogliere informazioni e procure. Ci lavoriamo
con altre associazioni e cooperative. Sono ragazzi con un’età media di 24-25
anni, vengono soprattutto dall’Africa e dall’Afghanistan. No, non sono un
funzionario Arci. Di mestiere dirigo il centro per i servizi al volontariato
della provincia di Crotone, dove forniamo consulenze, formazione, documentazione,
occupandoci di disagio sociale, di handicap e di minori. E di emigrazione,
naturalmente. All’Arci dedico tutto il tempo libero anche se qualche scampolo
devo pure riservarlo alla famiglia: Emilia e un figlio di cinque anni, Mario
come mio padre. L’associazione ha 15-20 circoli, con 1400 tessere all’anno,
poca cosa rispetto al centro-nord, ma stiamo parlando di un altro mondo.”
“Poi c’è il disastro ambientale. Un disastro senza fine, contro il quale
combattiamo da anni. Altro che Davide e Golia. C’è la dismissione dell’area
industriale, l’ex polo Montedison e il polo chimico di Pertusola sud, proprietà
Eni. Un’area immensa che attende di essere bonificata da quindici anni, metalli
pesanti in quantità superiori alla norma di centinaia di volte e sversati a
mare. E la più grande discarica calabrese: una montagna di 140 metri di rifiuti
solidi urbani e tre milioni di metri cubi già riempiti a ridosso della città,
in un’area che secondo il nuovo piano regolatore dovrebbe essere abitativa. Località
Columbra, guarda caso proprietà dei fratelli Vrenna, parenti di Luigi, detto u’
zirru, il più grande capomafia, e più volte inquisiti. Ormai ci sono problemi
seri nella catena alimentare e di insorgenza di tumori. E i problemi dell’energia.
Vuole che glieli metta in fila? Decine e decine di pale eoliche a Isola di Capo
Rizzuto finite più volte nelle inchieste della magistratura. Tre centrali
biomasse, di cui quella a turbogas di Scandale è la più potente d’Europa. Decine
di piattaforme Eni che estraggono dal mare di Crotone circa il 15 per cento del
fabbisogno nazionale di metano. E sia chiaro, le sto parlando di una provincia che
ha solo 27 comuni, con 170.000 abitanti. Un fazzoletto di terra diventato un
polo energetico-pattumiera. E’ dal 1997 che continuiamo ad avere commissari
all’ambiente, un fallimento continuo tranne il prefetto Ruggiero. Io di
ambiente all’inizio non sapevo nulla , nessuno di noi ne sapeva, questa era una
città operaia. Ci siamo formati l’uno con l’altro, grazie a decine di comitati.
E oggi diamo fastidio. Ci dicono moralisti, ambientalisti da strapazzo, e se
parliamo di migranti rispondono ‘occupati delle cose di casa tua’. In novembre
abbiamo fatto una manifestazione di migliaia di persone, una scossa per una
città addormentata. Obiettivo: tornare a una gestione partecipata dei rifiuti.
Hanno già buttato due miliardi tra discariche private e inceneritori, i rifiuti
sono una greppia della ‘ndrangheta. E’ questa la battaglia più dura. Ma è senza
fine, mi creda. C’è stata pure la storia del megavillaggio turistico “Europaradiso”,
un progetto che avrebbe raddoppiato la città di Crotone. E’ stato fermato,
abbiamo portato la questione anche in parlamento. I partiti si sono spappolati
e liquefatti anni fa. Il sindaco si sta avvicinando a noi. Ma stiamo svolgendo
un’azione di supplenza. Certo non sono solo. Le cito, tra i tanti, gli avvocati
Giuseppe Trocino e Domenico Colosimo, o Francesco Perri”.

 

E i soldi, Filippo? “Bella domanda. Viviamo di autofinanziamento e di tessere. Alle amministrazioni locali abbiamo deciso di non chiederne, per non rischiare di avere risorse inquinate. E anche le tessere le controlliamo, facciamo una selezione durissima per concederle, raccogliamo informazioni per evitare persone legate alle ‘ndrine. Sa, è facile usare queste strutture per attività illecite, dalla droga al gioco, specie nelle aree interne. Suppliamo con l’autotassazione, chi può naturalmente, e con più lavoro gratuito”. Finalmente una lectio magistralis di volontariato e terzo settore per un paese dove le‘ndrine possono riunirsi a convegno in una sede Arci del profondo nord. E chissà che cosa combinerebbe Filippo, amante di Ken Loach e di Carlotto o Montalbàn, se solo avesse le briciole del tesoro del senatore Luigi Lusi…

Leave a Reply

Next ArticleGrazia e gli Evergreen. La musica allunga la vita