Coimbra, minidiario di viaggio. Più studi e più allegria. E meno ananas

 

Coimbra, meraviglia delle genti. Ci sono stato due giorni
bellissimi, ospite della facoltà di lettere, istituto di studi italiani. Conferenza
sulle organizzazioni mafiose nel nord Italia, sulla sfida civile e culturale
che rappresentano per le società avanzate. Mi ha chiamato una appassionata
professoressa di italiano, Rita Marnoto, specialista di Petrarca, su consiglio
di Marco Gomes, un borsista venuto a Milano a studiare come la stampa italiana
raccontò nel ’74 la rivoluzione dei garofani. Marco ha partecipato a un
seminario sulla mafia organizzato dagli studenti a Scienze politiche, e da
allora ne studia e ne scrive, e pure bene. Vedete un po’ come ci globalizziamo,
noi dell’antimafia. Tra un po’ Marco porterà a Coimbra anche i miei studenti di
Stampo Antimafioso. Mentre a Coimbra è venuta a sentirmi Elisa, mia laureanda
che è in Erasmus a Lisbona e ha portato una sua amica Erasmus di Trieste. E a
sua volta Elisa coinvolge nella sua tesi una professoressa di Lisbona che
studia la corruzione e che verrà a Milano…E’ una rete in progressione, non
daremo tregua. In ogni caso Coimbra è bella assai, non credevo. Città
universitaria, la prima università portoghese, l’unica fino agli inizi del
novecento. In cima alla collina, e poi giù a scendere. Una biblioteca a
giurisprudenza da togliere il fiato, eredità della monarchia, tutti i libri con
iscrizioni in oro, aule solenni. Trentamila studenti su centotrentamila
abitanti, suoni e canti di festa ovunque alla sera. C’è perfino una settimana
di festa cittadina interamente dedicata agli studenti. Proprio come da noi, dove
pensano solo a spellarli con gli affitti…Mi hanno spiegato che per ovviare alla
tradizione di inviolabilità delle università, quella di Coimbra si era dotata
di una propria polizia, e aveva anche allestito proprie carceri per i suoi irrequieti
studenti, come ad applicare proprie leggi e sanzioni (ho visto le celle,
piccole da fare spavento).
Pesce buono, vino anche, formaggi di pecora pure. E come frutta non sono ancora
arrivati a dare solo l’ananas. Ossia sono tuttora civili: arance, mele, banane
e perfino papaye. Il caffè è fortissimo e te lo puoi godere per un euro al tavolino
sulla sponda del Mondego, fiume grande e maestoso. Anche il mio albergo, l’Astoria,
dava sul fiume. Classico, sobrio, non sfarzoso e perciò elegante. Dal balcone d’angolo
nel 1958 aveva tenuto uno storico discorso elettorale Umberto Delgado,
avversario di Salazar, il dittatore che aveva promesso “elezioni più libere che
in Inghilterra”. Delgado ci aveva creduto. Fu ammazzato poco dopo. Bellissima
Coimbra…Mi è venuta voglia di farci un corso. Non so su cosa, ma giuro che l’ambiente
stimola assai. Pensate solo che ho sbagliato treno per l’aeroporto di Lisbona e
che quando l’ho detto, i passeggeri hanno chiamato il controllore, lui ha
avvertito il macchinista e mi hanno fatto scendere ancora in stazione. Nessuno
ha protestato per lo straniero che aveva sbagliato treno per due minuti…Civiltà,
pil, mi sa che dobbiamo proprio intenderci su queste parole.

 

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