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Cinema e mafia. I film che non conoscete. E Agnelli jr
Domani martedì sera tutti in corso Garibaldi al 27. Stipati
belli caldi dentro il Cam, Centro di aggregazione multifunzionale, chiesa sconsacrata
che consacrerà una delle più belle iniziative culturali promosse a Milano sulla
mafia. Protagoniste la Scuola di formazione politica “Antonino Caponnetto” e l’Associazione
La Conta. Tema, udite bene,“Cinema e mafia”. Più esattamente i film sulla mafia
che non conoscete, quelli che -chissà perché- non vengono mai inseriti nei cineforum, mai
proiettati se bisogna parlare dell’argomento. Primo animatore Guido Fogacci,
specie di moto perpetuo dei diritti. Ma bella è stata la partecipazione corale
all’organizzazione della cosa, una volta che se ne sono chiarite le ragioni:
accompagnare l’anno degli anniversari (trenta di La Torre e dalla Chiesa, venti
di Falcone e Borsellino) con una sensibilizzazione a tutto campo, compresa la
cinematografia. Rassegna finanziata (capita l’epoca Pisapia?) dal consiglio di
zona 1. Si parte dunque domani con “Mafioso”, celebre film di Alberto Sordi,
presentato da Barbara Sorrentini di Radiopop e Andrea Zummo, il più completo cinefilo di
Libera. Poi si continua il 2 con “La moglie più bella”, il 9 con “Testimone a
rischio”, il 23 con “L’uomo di vetro” e il 30 con “Galantuomini”. Sempre
Barbara Sorrentini a presentare, con altri ospiti a turno. Io sarò in chiusura,
e domani non potrò stiparmi con voi perché andrò a Genova per la gioiosa corsa
verso il 17 marzo, la grande giornata di Libera, alla quale sono contento di
sapere che parteciperete tutti mobilitando pullman, treni, auto, monopattini,
dirigibili, carrozze con cavalli, asinelli sardi, cani da slitta valtellinesi e
lupi da corsa marsicani.
Detto ciò, qui dico che questa storia della Juve che vuole essere risarcita per
averci rovinato la bellezza del calcio incomincia a darmi fastidio, ma proprio
a farmi girare le stelle del firmamento. Mai avrei creduto che Conte potesse
arrivare a quei livelli. E quanto all’agnellino, vorrei sapere che cosa farebbe
oggi se non fosse nato col suo cognome. E zeppo di soldi. Non abbiamo consentito
la riabilitazione di Andreotti, non consentiremo la riabilitazione di Moggi.
Anzi, perché non promuovere una class action contro la Juve per averci rovinato
la bellezza suprema del pallone? Partite strane e comprate in vita mia ne ho
viste e intuite tante, ma il Sistema di Moggi è un unicum nella storia del
calcio. Perciò, come dissero Occhetto e B., “Vergogna (Vergonia), vergogna
(vergonia), vergogna (vergonia)!!”
P.S. A proposito di politica: indecente, semplicemente indecente, la propaganda
per il tesseramento dei giovani democratici catanesi. Che hanno usato (oh,
ironicamente, certo) l’immagine del mafioso per far capire che a loro non si
può dire di no. Che roba. Ma dove li inventano?
Nando
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