Andreotti, il padre della patria

 

Andreotti è stato male. Andreotti è guarito. Ovviamente, ci
raccontano ammirati i giornali, facendo strepitose battute di spirito. Le
stesse che ha fatto in tutta la sua vita. Le stesse che, tra un potere occulto
e l’altro, hanno fatto tanto ridere i cortigiani di Palazzo e dell’informazione.
Buon per il senatore a vita. Intanto però abbiamo avuto un primo piccolo assaggio
di quel che accadrà il giorno (gli auguriamo lontano) che Andreotti  dovesse andarsene, per affrontare il giudizio
di Dio. Qualcosa di molto simile a quel che accadde con Cossiga (per questo il
mio “Lo Statista” parla del presente, non del passato, pisquani che non siete
altro!). Non l’avete notato? Non avete colto i toni? Non avete visto perfino su
“la Repubblica” la sintesi della vita del Divo? Con quella “assoluzione in
Cassazione” per il processo di Palermo, e la relativa prescrizione della “prescrizione”?
Ho pensato al balzo sulla sedia che avrà fatto Caselli a leggere per l’ennesima
volta la panzana. Ma dovrà farsene una ragione. Faranno di Andreotti un padre
della patria. Sempre chiacchierato e circondato da malevolenze, ma sempre
uscito pulito dalle accuse e sempre rispettoso della magistratura. Ogni paese
sceglie i padri che si merita.

 

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