Suicidi. La fabbrica della realtà

 

Ohibò, il mio amico Luigi D’Urso mi bacchetta sul post
precedente. Tema: i suicidi. Non li ho trattati in testa al blog, anzi li ho
messi tra parentesi nel titolo, perciò non vi dedicherei il giusto interesse. Di
più. Non cito chi mi avverte con qualche cognizione di stare attento: le
statistiche non coincidono con i titoli dei giornali. Dunque faccio cattivo
giornalismo. Il blog però è una forma molto tipica di giornalismo. Quante volte
accade che cose che mi stanno molto a cuore finiscano in fondo al post (e
nemmeno citate tra parentesi nel titolo…). Basta andare indietro nel tempo…Il
blog è un appunto sparso, un impulso, si inizia a scrivere senza neanche sapere
che cosa arriverà due righe dopo. Quanto
ai nomi di chi sostiene che le statistiche non rispettino i titoli dei
giornali, eccoli qui: Guido Martinotti, Marzio Barbagli, Daniela Cipolloni e
Stefano Marchetti (Istat). E ora che li ho detti? Luigi cambierà opinione? I
primi due sono tra i più autorevoli studiosi italiani. Ma li ho già visti
sbeffeggiare su altri forum perché questo è un popolo che non ama che la realtà
sia diversa da come se la immagina o da come gli serve. E’ sempre stato così,
Luigi, l’abbiamo imparato sin dai tempi di Società Civile; e forse anche questo,
di allora, andrebbe ricordato. Il tasso dei suicidi in Germania è doppio. E la
categoria più a rischio suicidio in Italia è quella dei disoccupati. Che c’è di
male a dirlo? Questo non significa affatto sottovalutare la crisi drammatica
degli imprenditori non pagati dallo Stato (ma qui mi fermerei). Significa solo non
farsi costruire la realtà dai giornali.
A proposito di realtà. Torno ora da Mezzago, piccolo comune in Brianza, e devo
dire che una folla così a parlare di mafia in casa propria, con
disciplinatissimi e attenti ragazzini delle scuole medie arrivati all’ultimo
momento, mi sembra un sogno. Ma davvero ci stiamo svegliando? Davvero non
parliamo solo più del sud e intendiamo fare sul serio qui al nord? Mi sembra
quasi che ci stiamo inventando il futuro. Attendo i prossimi mesi con prudenza.
Infine un pensierino che mi sgorga dall’anima adolescenziale: quando l’Inter
vendette Pirlo fece la fortuna del Milan; quando il Milan ha venduto Pirlo ha
fatto la fortuna della Juve. Ma possibile che capiti sempre con lo stesso
giocatore? Qual è il costo delle teste d’uovo delle società calcistiche? Quanto
a Del Piero, ribadisco: Massimo pensaci!

 

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