Rizzotto, Berlinguer. E l’Ostello Bello

Quante cose accadono, amici,
nel globo! E’ da mesi che vorrei scrivere un post tutto sui successi e sui
meriti della gloriosa Melampo, ma sempre rinvio perché altre cose urgono. Qui
devo dedicare un pensiero a Placido Rizzotto che ha avuto, com’era giusto, i
funerali di Stato più di sessant’anni dopo. Impossibile non riandare a tutto
ciò che già sapete: Corleone, il grande sindacalista, il giovane capitano dei
carabinieri (Carlo Alberto il suo nome) che provò a dargli giustizia, il
successore (Pio il suo nome)
che provò a dar coraggio ai contadini impauriti.
Bello vedere che quando devono mettersi in fila dietro Napolitano i no
stri
politici arrivano. Se no, in queste occasioni, te li sogni. E poi devo dedicare
un pensiero a Enrico Berlinguer, leader politico onesto e coraggioso. Grazie a
un mio laureando, Pierpaolo Farina, venerdì sera il segretario del Pci del
1972-1984 è stato ricordato al liceo Parini di Milano, dopo che al pomeriggio
la città gli aveva intitolato una piazza. Al Parini, nella stessa sala che un
dì funzionò da palestra in linoleum per me e i miei compagni di cl
asse, è stato
proiettato anche il filmato dell’ultimo comizio di Padova, quello dell’ictus
mortale. Una scena terribile, lui che sta male e parla, si china e riprende a
parlare, si asciuga la bocca si ferma e riprende ancora a parlare, invitando ad
alta voce ad “andare casa per casa a conquistare nuovi, più vasti consensi”.
Commovente, con la piazza che capisce e ritma En-ri-co, En-ri-co. Bravo
Pierpaolo, che nessun dirigente storico ha voluto gratificare della propria
presenza. Si prenderà la rivincita con il suo sito, intitolato a Berlinguer, e
che è tra i siti politici più visitati d’Italia. 
E ora passo a un fatto che tutti si aspettano che
tratti ma che non tratterò, per espressa disposizione del Gracco maggiore.
Avrete ben letto di quello che è capitato all’Ostello Bello, che ha scatenato
una mezza rivolta tra i giovani milanesi. Non ve lo racconterò io, anche se
muoio dalla voglia. Andate sul loro facebook e troverete tutto. E poi riflettete.
Io che faccio i
l sociologo mi sono posto, da cittadino sociologo, solo le
seguenti e semplici domande: a) ma
  che cosa fa credere
a un funzionario comunale di potere minacciare illegalmente di
chiudere con un
tratto di penna (e in un periodo come questo!) un’impresa sana e che dà posti
di lavoro?…ma l’hanno mai minacciato a un locale di camorra o di
‘ndrangheta, di quelli che usano il lavoro nero, per esempio?
  b) come è possibile che un ostello che è ai
vertici delle classifiche mondiali, invece di essere aiutato e perfino
vezzeggiato (largo ai giovani, l’imprenditorialità giovanile, i nuovi talenti…)
sia oggetto, come raccontano i suoi fondatori, di 15 controlli in pochi mesi,
quando “mancano gli uomini” per fare i controlli all’Ortomercato? Due
interrogativi assolutamente neutri a cui nulla aggiungerò. Perché questi e
molti altri li hanno già sollevati centinaia di giovani, che appena hanno avuto
notizia della minaccia di chiusura hanno fatto sbarramento contro il “rito
ambrosiano”. Che evidentemente non vuole morire. Ci penserà Pisapia, sarà
questa la sua rivoluzione.

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