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Il quarto Sessantotto della mia vita
Forza Milano, forza giovani imprenditori, Forza Ostello
Bello! Mi segnala ora la biondina che la Asl ha fatto il suo comunicato stampa
per spiegare che, per quanto le compete, ha fatto “solo” due visite all’Ostello
da agosto a oggi. Sta di fatto, però, che con tutti gli altri controlli si arriva
a quota quindici, alcuni dei quali non ufficializzati (e io che conosco Milano,
sempre da cittadino-sociologo, quando sento di controlli clandestini mi
insospettisco…). Chissà se le discoteche di corso Como e alcune note catene di
pizzerie e gli stand dell’Ortomercato hanno subito quindici controlli in otto
mesi. Chissà se la Asl ha fatto “solo” due controlli in tutti quei posti.
Chissà…Io comunque qui una cosa vi dico: che farò della causa cittadina dell’Ostello Bello (in 150mila
hanno letto il comunicato sul loro blog) il quarto Sessantotto della mia vita. Il quarto
dopo la contestazione studentesca, dopo i movimenti antimafia e dopo i
girotondi contro le leggi ad personam. Più ci penso, da cittadino-sociologo, e
più mi convinco che quando in una Asl, a un cittadino che va a chiedere quali
regole deve rispettare per aprire un ostello, si risponde che la “regola” è “voi
fate, poi noi veniamo a vedere e se non va bene lo chiudiamo”, io mi convinco
allora -dicevo- che quella Asl va rivoltata come un calzino e che se lo dicessero
a me li porterei in procura nel giro
di mezz’ora. Ma ci torneremo.
Ora, a proposito di Asl, mi faccio una domanda su Formigoni, chissà per quale
ragione appellato “il celeste” (robdematt..).
Dunque, siamo davanti a un presidente di Regione ormai senza più faccia, che si
aggrappa disperatamente al suo ruolo, non pago di essersi abusivamente
assicurato quattro mandati consecutivi (vedete che la regole dei due mandati ha
un senso…). Di più: siamo davanti a un signore senza credibilità che continua a
fare il commissario dell’Expo, cioè di un’impresa che richiede il massimo di
credibilità, anzi una lucentezza adamantina visto che deve tutelare Milano
dalle infiltrazioni delle imprese di ‘ndrangheta. Domanda: ma se perfino i
ciellini, a quanto pare, si vergognano di farlo parlare al prossimo meeting di
Rimini, cioè se i “suoi” si vergognano di lui, perché ce lo dovremmo ciucciare
noi nei posti di maggiore responsabilità pubblica?
E a proposito di imprese di ‘ndrangheta, stiamo tutti bene attenti alla ricostruzione
in Emilia. Questi arriveranno come degli assatanati, come ha fatto la Cricca in
Abruzzo. E a Reggio Emilia e Modena, grazie alle cento miopie della sinistra di
governo, hanno preso in mano edilizia e movimento terra. Riusciranno a tenerli
fuori, almeno stavolta?
Di quello che sta venendo fuori nel calcio, amici, meglio non parlare…Ora vado
alla presentazione di “Amianto”, il bel libro di Giampiero Rossi, saccheggiato
senza citarlo da Saviano in televisione. Giampiero ha scritto a Saviano una
garbata lettera di protesta sul “Fatto”. Non ha avuto un cenno di risposta, né un
“mi spiace” né un “è stato un errore”. Sia detto pacatamente: non si fa così. L’etica
inizia dalle piccole cose.
Nando
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