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Prandelli l’anti-cialtrone. E la Summer School. E tre libri…
E anche questa è fatta! Intendo la Germania. Prandelli è
davvero un mago. Ha insegnato a giocare benissimo a una squadra che ha solo due
campioni veri (Pirlo e De Rossi) e due matti di talento, più un grandissimo
portiere, che considero a parte. Son felice per lui, persona seria e generosa,
una delle poche degne di rispetto che circolino in quel mondo di cialtroni. Né
dimentico che quando c’è stato da lottare per sottrarre il campo di Rizziconi (confiscato)
alle pretese della ‘ndrangheta, lui ci ha portato la nazionale ad allenarsi su
richiesta di Libera. Fu un successo strepitoso. E quella volta i ragazzini si
schierarono con lo Stato.
Finito il corso di Sociologia della criminalità organizzata, con una punta di
nostalgia; giuro che l’avrei continuato fino ad agosto, magari a Stromboli.
Intanto vi do la notizia che potete trovare il programma definitivo della
Summer School su “La tassa mafiosa” andando sul sito del Dipartimento (www.socpol.unimi.it). Andate e stupite,
davanti alla grandiosità dei relatori e alla novità delle concezioni. Vi
aspetto numerosi.
Ma vi avevo detto di tre libri che volevo raccomandarvi. Il primo libro è “Il
vile agguato” di Enrico Deaglio, Feltrinelli. Sottotitolo: “Chi ha ucciso Paolo
Borsellino. Una storia di orrore e menzogna”. Scritto benissimo. Racconta tutte
le follie delle indagini, e i buchi neri che si aprono per riflesso nelle
istituzioni. Raccomando in particolare due pagine di confronto tra Moro e
Borsellino. Da sole valgono il libro. “Il vile agguato” è espressione tratta
dalla motivazione con cui venne conferita la medaglia d’oro al valor civile alla
memoria del giudice “barbaramente trucidato in un vile agguato”. Un giorno
qualcuno mi spiegherà gli agguati leali…
Poi segnalo “Le ultime parole di Falcone
e Borsellino” curato da Antonella Mascali per Chiarelettere, con introduzione
enciclopedica (e bella) di Roberto Scarpinato. Utilissimo. Utile rileggere che
cos’hanno veramente detto. Chi poi quelle cose gliele ha sentite dire di
persona e ricorda il convegno, la mimica facciale, gli occhiali che andavano su
e giù, ha davvero modo di riflettere. In particolare segnalo la nota in cui -finalmente!-
si trova l’elenco di chi votò a favore e contro Falcone nel Csm che negò al più
grande giudice antimafia di guidare l’ufficio istruzione di Palermo, preferendo
uno sconosciuto di vent’anni più anziano. Garantisco sorprese.
Infine un libro curato da un giovane giornalista, Massimiliano Perna: “Dove
eravamo”. Sottotitolo: “Vent’anni dopo Capaci e via D’Amelio”. Editore Caracò.
Contributi-interviste di venti persone, da Fabrizio Moro a Maria Falcone, da
Ingroia a Moni Ovadia, da Salvatore Borsellino a me medesimo. Quasi tutto
merito del curatore. Libro non stratosferico, ma fresco e ricco di spunti. Lo
so, il consiglio è monotematico, ma cerco di alzare la media di chi si occupa
di queste cose. E ora forza, tutti a festeggiare Balotelli, lo stesso che
qualunque cretino durante l’anno si sente in diritto di insultare per il colore
della pelle. Ah, la gente…
Nando
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