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Cavriago. Il Bengodi dove si prestano le opere d’arte
Il Fatto Quotidiano, 15.7.2012
Che ci azzeccano i multipli con Lenin? Domanda bizzarra
assai. Eppure a Cavriago, novemila abitanti in provincia di Reggio Emilia, una
risposta ce l’hanno. Con radici nella rossa storia del paese. Perché Cavriago
un giorno fu terra di emigrazione, i suoi contadini-muratori alla fine
dell’ottocento se ne andavano a lavorare in Francia a piedi con la carriola.
Però quando ci fu la Rivoluzione d’ottobre riuscirono lo stesso a mandar soldi
a chi stava aprendo le porte al sol dell’avvenire. Per questo, dice la leggenda,
il fondatore del partito bolscevico citava lo sconosciuto paesino reggiano come
luminoso esempio del socialismo che avanzava in tutto il mondo. Fu così che una
delegazione di Benderi, città dell’allora Moldavia, quando arrivò qui per un
gemellaggio nel 1970, portò in dono al paese un busto in bronzo del grande
Vladimir Ilic.
Il busto venne messo in piazza e difeso con tutti gli onori. Ancora oggi maturi
militanti ricordano di avergli montato la guardia nelle più insidiose notti di
nebbia. Ma non bastò. Ci fu ugualmente il tentativo di attentato. Una bomba
negli anni settanta. Perciò si decise di mettere il busto al riparo e di
lasciare in piazza una copia, che diventò il primo multiplo di Lenin. Mentre la
copia originale venne spostata nel vecchio municipio, adibito a centro
culturale. Per ritrovarsi abbandonata lo scorso settembre quando venne inaugurato
il nuovo Centro culturale del Comune. Una bellissima biblioteca chiamata il
Multiplo. Lenin sempre più solo. Un altro Multiplo a scalzarlo.
Ed è la biblioteca la vera idea da raccontare in questo viaggio settimanale tra
le cose belle dell’Italia che non fanno notizia. Perché se la cultura non dà da
mangiare, a Cavriago invece la si respira e sembra tutt’uno con il benessere
locale. Ti dicono con gaiezza che sono la patria di don Giuseppe Dossetti e di
Orietta Berti. Ma il gioiello è il Multiplo, il Centro di cui l’assessore alla
cultura Paolo Burani (che è pure il vicesindaco) racconta con occhi che
brillano dietro le lenti. “Facciamo delle cose che sono normali in tante città
europee, ma che in Italia sembrano eretiche. Lo sa per esempio che diamo in
prestito anche le opere d’arte? Si chiama artoteca. Ecco, vede che anche lei si
stupisce? Ma dica, perché non dovremmo
fare come con i libri? Noi organizziamo una mostra con litografie, xilografie, foto
artistiche, originali di fumetti per bambini, il pubblico viene, a qualcuno
piace l’opera e la chiede in prestito. Massimo due alla volta. Cinquanta euro
di cauzione all’anno. Tutto coperto da assicurazione, sia dentro il Multiplo
sia tra le mura di casa sia durante il trasporto. Se la porta a casa, se la
gode, la fa vedere agli amici e poi la riporta entro quarantacinque giorni. Se
se ne innamora si mette in contatto con i proprietari e la acquista. Ma non è
bello che uno possa avere un’opera d’arte in casa qualunque sia il suo
stipendio? Quanto al parco libri, è a rotazione. Noi vogliamo offrire le novità.
Pensi che su un paese di novemila abitanti abbiamo in biblioteca circa
cinquecento presenze al giorno. Ci si fanno corsi, giochi, si vedono film. Ormai
è diventato un luogo di incontro obbligato, vengono anche da fuori. Ecco, le
dicevo, con questi numeri come vuole che teniamo sempre gli stessi libri? Che
non alimentiamo il nostro patrimonio con la narrativa o la saggistica di qualità
che continuano a uscire? I vecchi volumi li mandiamo in un magazzino
provinciale. Certo Delitto e castigo
o I promessi sposi, i capolavori
intendo, quelli restano sempre. E comunque i vecchi libri possono essere sempre
richiesti. Ma è bello che ci sia costantemente quest’aria di novità. Uno viene
e chiede ‘che cosa è arrivato?’. Spendiamo 45mila euro l’anno per acquistare i
nuovi pezzi, dvd compresi. Le do una cifra: a Cavriago per cultura, giovani,
sport e tempo libero spendiamo quasi un milione di euro l’anno, il dieci per
cento del bilancio comunale. Tutto si tiene però anche grazie a un grande volontariato.
Da noi è l’ultima cosa che manca, le associazioni pullulano. Ogni giovedì
abbiamo un gruppo di signore che vengono in biblioteca, si sistemano al tavolo,
prendono dei fogli di carta plasticata, li tagliano per benino e mettono le
copertine e gli adesivi ai libri appena catalogati. Ma lo sa quanto vale questo
servizio?”.
Intorno tutti ascoltano orgogliosi. “Abbiamo avuto anche riconoscimenti internazionali, all’estero o nei convegni si parla del Multiplo di Cavriago, mentre in Italia esistiamo solo per Orietta Berti o per il busto di Lenin”. “E’l’unico che c’è in Europa, comunque”, l’orgoglio rosso dei presenti non resiste. Il Multiplo è in un grande giardino, si staglia elegante accanto all’edificio dei primi Novecento che ospita gli uffici, ragazzi sostano davanti al cancello. “Qui governa il Pd, con Italia dei valori e socialisti. Ma poi c’è un’altra bella fetta di elettori che sta a sinistra della sinistra. Cultura e volontariato sono ideali molto sentiti”. Vero, alla festa del Pd, bella e grande come in una città capoluogo della Lombardia, sembra di essere in vacanza, tira un fresco elegante. Ai tavoli serve una giovane signora dai tratti meridionali,“piacere sono Sonia, l’assessore alle politiche sociali”, gira tra i tavoli Maura, segretaria del partito, amministratori che stappano bottiglie e distribuiscono gli 11.800 tortelli fatti a mano per la festa. Chi pensa che queste tradizioni di popolo facciano a pugni con il progresso e la modernità culturale venga qui. Veda, senta e faccia un giro al Multiplo.
Nando
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