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Fatiche, fottoni di rabbia, Ingroia all’Onu, i soldi di B. E l’assalto a Libera
Appunti sparsi in una notte di luglio. Tra due giorni sarà
finito senza remissione il libro Einaudi su “Buccinasco”. Credo di averlo già
detto: copertina bellissima, degna della migliore tradizione grafica della
casa. Domani ultima correzione e poi si partirà con l’altro libro, “Profili
sociali della comunicazione di impresa”. Sarà tutta roba strombolana, come
piace a me. Scritta tra caffè all’alba sul terrazzino sul mare e il profumo
notturno dei fiori nutriti di lava. Dopo due anni di tentativi di dare
materiale semplice e capace di far pensare ai miei studenti di “Gestione e
comunicazione di impresa”, mi sono dovuto arrendere. Alla fine lo scriverò io
il libro, usando molto le mie lezioni e -citandole per benino- le migliori tesi
di laurea. La materia è giovane e dunque naviga tra un marketing scomposto,
infarcito di inglesismi, e una semiotica macchinosa, che frulla senza costrutto
Marx e Baudrillard e Bauman. Eddai, ché ne vale la pena.
Fa bene Ingroia ad andare all’Onu per occuparsi della lotta al narcotraffico in
America latina. Me ne aveva accennato recentemente. Se non lascia inchieste a
metà, come promette, ha ragione. Lì lo accoglieranno come un professionista che
sa il fatto suo e non come uno che deve giustificarsi qualunque cosa faccia. Gli
chiedono di insegnare come lottare contro il narcotraffico, non di chiudere un
occhio sulle stragi o sui concorsi esterni. In proposito devo dire che la
storia di Dell’Utri che ciuccia tutti quei soldi a B. mi ha un po’ sgomentato.
Ma che rapporti ci sono dietro quei soldi? E quali fatti inconfessabili? Che
cosa è stata davvero la seconda
Repubblica?
Lunedì finirò gli esami. E a metà settimana sarò libero di tuffarmi nella
meglio gioventù. Ovvero di andare al campo estivo dei ragazzi di Libera (più di
trecento) sui terreni confiscati di Borgo Sabotino vicino Latina. Mi rifarò
delle porcherie che ho visto in questi giorni. Un giornale telematico che
mentre si parla di trattativa Stato-mafia, di soldi a Dell’Utri e di complicità
lombarde con la ‘ndrangheta, su che cosa va a fare le sue inchieste coraggiose
e piene di ardimento? Sulle persone con ruolo politico che sono salite sui
palchi di Libera. Per dire che Libera copre i corrotti e i mascalzoni e magari
anche i mafiosi. Il tale ha preso la parola per ricordare don Peppe Diana e dopo qualche mese sarebbe stato indagato. Il
tale presidente di regione è un cementificatore e ha letto il nome di cinque
vittime di mafia. E tutto mentre bruciano alle cooperative di Libera terreni,
vigneti e uliveti. Che schifo…Don Ciotti che dovrebbero farlo “santo subito”
trattato come un cialtrone opportunista. Loro sì che sono antimafiosi… E’ in
questi momenti che penso che le querele e le cause civili siano cose sacrosante.
In ogni caso trionfo della Scuola Caponnetto il 19 sera all’ex Paolo Pini
milanese. E onore al merito agli studenti di Fisica (alcuni dei quali del
presidio di Libera “Lea Garofalo”) che hanno saputo solidarizzare subito con
Loreno Tetti, il paninaro a cui è stato bruciato il furgone a Città Studi per
punirlo di avere testimoniato al processo contro le estorsioni del clan Flachi.
Nessun dorma, è il caso di dire. Nemmeno l’Inter sul calcio mercato. E se
povertà nerazzurra deve essere, mettetemi insieme undici nomi di giovani
talenti italiani. E lì la chiudiamo…
Nando
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